Sinner, la forza calma che ha dato una lezione di classe ai francesi

La strepitosa vittoria di Jannik su Moutet ha confermato una volta di più la statura di autentico campione del numero 2 al mondo

Indipendentemente dall'esito finale della campagna al Roland Garros, la lezione che Jannik Sinner ha dato al pubblico francese durante il match con Moutet, sottolinea una volta di più la statura di autentico campione del N,2 al mondo. Il quale, come ha scritto Daniele Azzolini stamane su Tuttosport, ha giocato "in uno Chatrier trasformato in una discoteca ai cambi di campo e in Plaza de Toros prima di ogni servizio di Courentin Moutet, con un gruppo di trombettisti, batteristi e coristi pronti a saltellare al ritmo del battere le mani". E nonostante le fanfare, le urla, il tifo contrario che avevano costellato il primo set, perso da Jannik, questi ha inflitto uina severa lezione di tennis al francese, ribaltandolo dopo che si era illuso di vincere, così come i suoi fan, antisportivi al punto da scatenare una bolgia indecente.

La rezione di Sinner

All'anima dei valori assoluti incarnati dall'uomo al quale il torneo è intitolato dal 1928: Eugène Adrien Roland Georges Garros, classe 1888, leggenda dell'aviazione transalpina, primo pilota a volare attraverso il Mediterraneo senza mai fermarsi dalla Francia alla Tunisia, eroe della Prima Guerra Mondiale, scomparso in un incidente aereo a soli ventinove anni. Sinner ha reagito con educazione e compostezza alla nevrastenica condotta di Moutet che, a mano a mano vedeva avvicinarsi la batosta, ha persino battuto da sotto, ha esultato smodatamente quando Jannik ha commesso un errore, è stato assolutamente incapace di perdere con stile. E quando Moutet è stato schiantato (2-6, 6-2-6-3-6-1), sono tornate alla mente le parole di Bartali, immortale canzone di Paolo Conte: "Tra i francesi che si incazzano/ e i giornali che svolazzano/ c'è un po' di vento/ abbaia la campagna/ c'è una luna in fondo al blu". Allons Jannik, le jour de gloire va arriver.

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