Roland Garros, Musetti va e i francesi s’infuriano

L’asso di Carrara straccia Monfils. È la sesta vittoria sui transalpini
Roland Garros, Musetti va e i francesi s’infuriano© EPA

Lo sguardo dei momenti migliori, quello delle vittorie importanti e tanto per rimanere in tema “parigine”. È stato quello che ha messo in campo ieri sera sul Philippe Chatrier Lorenzo Musetti nel confronto con il beniamino dei francesi Gael Monfils, 37enne ex numero 6 ATP e professionista dal 2003. Lo ha avuto nei passaggi delicati del 1º set, quando si è trovato a rincorrere per due volte un break di svantaggio e nel resto della partita. Il pubblico non ha potuto nemmeno scaldarsi tanto perché il carrarino ha più volte strozzato in gola l’urlo e la possibile esultanza “salvifica” proprio sul più bello. Così è successo quanto Gael, incitato in tribuna anche dalla moglie Elina Svitolina, è andato a servire per il primo set sul 5-4 e sul 6-5 Musetti per allungare la frazione al tie break. In entrambe le circostanze l’azzurro ha alzato il ritmo, ha messo in campo colpi e “attributi” e messo la testa avanti, operazione fondamentale per non alimentare le speranze dell’avversario e del contesto.

La partita tra Monfils e Musetti

Nel 2º set Lorenzo, con lo staff al completo a sostenerlo sugli spalti, è volato via alternando le palle corte vincenti alle classiche accelerazioni di rovescio, marchio di fabbrica. Con le sue soluzioni ha spento Monfils che anche fisicamente è apparso provato. La frazione si è chiusa facilmente per l’azzurro che ha messo così un buon margine tra sé e l’avversario. Onore al merito però al transalpino che nel terzo set ha cercato e trovato in avvio risorse che si pensavano ormai non più estraibili. Pugnetto dopo pugnetto Monfils è tornato competitivo, come nel set iniziale. Musetti è stato ancora una volta perfetto nell’interpretare il passaggio delicato della frazione e ha retto l’urto. Tra i preziosismi del toscano anche una “veronica” nel 6º gioco che poco dopo gli è valsa il 3-3. Sul 4-4 è arrivato il break che ha indirizzato definitivamente la partita verso il numero 2 d’Italia. Al servizio Lorenzo non ha tremato. Calma glaciale e tre match point, gli è bastato il primo, capitalizzato con un diritto largo di Monfils.

Le parole di Musetti

Al termine abbraccio tra i due, dopo 2 ore e 10 minuti di partita gestiti bene dall’azzurro: «Prima di tutto grazie – ha esordito in campo – probabilmente è stata una delle sfide più difficili della mia carriera, anche perché sapevo che il pubblico avrebbe sostenuto Gael. All’inizio ero un po’ teso, ma nel 2º e nel 3º set sono salito di rendimento. Sono molto felice di essere approdato al 3° turno. A volte sono i dettagli a fare la differenza, anche un solo punto. Orgoglioso della mia prestazione. Le vittorie nei Challenger di avvicinamento al Roland Garros sono state importanti. Abbassare il livello, in modo consapevole, per mettere partite sulle gambe, vedi il torneo giocato a Torino, è risultato fondamentale».

Match clamoroso tra Rune e Cobolli

Partita clamorosa, terminata alla soglia delle quattro ore di gioco, quella tra Holger Rune, n° 13 ATP, e Flavio Cobolli, n° 53. Il romano ha sfiorato l’impresa perché ha saput o recuperare da due set sotto e arrivare ad un passo dal successo. Nel 9º game della quinta frazione il giocatore azzurro ha avuto tre palle break consecutive a disposizione ma Rune le ha annullate. La decisione è arrivata al match tie break dove Flavio è salito prima 5-0 poi 6-2. Sembrava quasi fatta ma il danese ha reagito da gran campione e punto dopo punto è risalito fino a operare il sorpasso sul 7-6. Cobolli ha ancora avuto un sussulto (7-7) ma gli ultimi tre punti sono stati di Rune. Cobolli, sul 7-9, si è quasi liberato con un diritto anomalo terminato largo. Un vero peccato ma la conferma di avere un altro grande protagonista di casa nostra nel circuito mondiale. Tecnicamente in stagione Flavio ha fatto passi da gigante e la sua forza fisica è un’arma che in pochi possiedono. La voglia di lottare, anche a livello mentale, non gli manca e da questa piccola delusione può solo trarre spunti positivi.

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