Chi ancora non li conosce finisce ufficialmente nella categoria boomer. Perché i Carotaboys, ormai, sono dappertutto. “Spuntati” in un soleggiato pomeriggio nella Capitale agli Internazionali d’Italia e ora catapultati sulle testate dei media e nelle story dei tifosi di tutto il mondo. Loro, il tifo lo fanno solo per Jannik Sinner, cui hanno dedicato quegli abiti arancione fluorescente in onore di quella carota «che lui stesso sostituì alla classica banana durante un match a Vienna, qualche anno fa, e poi perché i suoi capelli sono rossicci. Siamo suoi tifosi da molto tempo, uno di noi ha una foto con lui risalente a 5 anni fa e lo scorso anno, insieme, lo avevamo letteralmente inseguito a Montecarlo per uno scatto ricordo».
Goliardia e sport
E così, questi sei ragazzi, ma soprattutto amici, che animano le serate di Revello, uno splendido paesino ai piedi della valle Po, in provincia di Cuneo, sono balzati agli onori delle cronache goliardico-sportive grazie a un’idea «nata in realtà un po’ per caso nel nostro gruppo whatsapp: uno di noi ha trovato questo vestito online, un altro lo ha comprato e poi tutti lo hanno seguito. Naturalmente non ci aspettavamo questo clamore, anche se già al nostro arrivo a Roma, prima ancora di entrare in campo, la gente ci fermava per una foto». Si chiamano Enrico Ponsi detto Lerry, Francesco Gaboardi detto Gabo, Alessandro Dedominici detto Dedo, Alberto Mondino detto Mondo, Lorenzo Ferrato detto Bumba e Gianluca Bertorello detto Bertu. «Quando a Roma ci siamo accomodati sugli spalti e le telecamere ci hanno ripreso, è cominciato qualcosa di inimmaginabile. Addirittura Sport e Salute Spa ci ha contattati e continua a inserirci nei contenuti social. Ma noi in realtà volevamo solo farci notare da Jannik». Che li ha notati, eccome: la sua Instagram Story con i loro faccioni e i loro costumi carotiani ha fatto segnare l’apice della loro visibilità, a Parigi gli ha lanciato l’asciugamano, ma per il momento ancora nessun incontro ufficiale.
Tennis e caffè
Parigi, già. Perché anche Lavazza, di cui il tennista altoatesino è ambassador, si è accorto di questi sei ragazzi di età compresa tra i 26 e i 29 anni, amici di quelli veri, innamorati del tennis e li ha messi nella propria tazza portandoli con sé al Roland Garros. Rigorosamente in costume, rigorosamente a tifare Sinner. «Massimo Bonaiuto ci ha contattati, in pochi giorni eravamo alla Nuvola Lavazza e subito abbiamo accettato la loro proposta. Che poi era quella di continuare ad accompagnare Sinner con la nostra idea in giro per il mondo, partendo da Parigi che era l’appuntamento più vicino». Superfluo chiedere dove ancora lo vorrebbero seguire, «beh ovunque, Melbourne, Stati Uniti, ma anche alle prossime ATP Finals di Torino. Lì giochiamo quasi in casa, non possiamo mancare». L’unica cosa che manca, al momento, è l’incontro con Sinner. Sotto la Tour Eiffel, ovunque sia possibile, per i Carotaboys non fa differenza. Quel che è certo è che accadrà davanti a un buon caffè.