Sinner e il segno del destino: il ricamo che ha cambiato la sfida con Rune

Il momento cruciale, della combattuta sfida contro il danese, arriva sul finire del terzo set: dal break mancato dal suo avversario, alla volée sublime dell’azzurro

TORINO - Ci sono momenti che definiscono i destini di un tennista. Ci sono attimi che decidono il destino di un giocatore. Sono quelle slinding doors che spesso ci ritroviamo di fronte anche tutti noi nella vita di tutti giorni e che Jannik Sinner ha vissuto in diretta nel match contro Rune. Già contro Djokovic si era avuta l’impressione di un uomo in missione, completamente focalizzato sulla vittoria e sul trionfo finale. A qualsiasi costo.

La sliding door nel terzo set

Lo stesso si è rivisto anche contro Rune. Una partita combattuta, all’inizio dominata dal campione azzurro, poi ridiventata improvvisamente equilibrata, con il talento di San Candido in difficoltà per un dolore alla schiena. Poi la reazione, la fitta lombare che va via e la sfida punto a punto che si decide nelle fasi finali del terzo set e lì Sinner ha vissuto quella sliding door di cui parlavamo prima. Palla break per Rune sul 3-4 per il danese. È un momento decisivo, che sa di match point (il game dopo Rune avrebbe servito per la vittoria). Ma Jannik non si arrende e trova la forza di reagire, per l’ennesima volta: prima approfitta di un errore di rovescio del danese (sulla seconda di Sinner), poi c’è l’ace dell’altoatesino che garantisce la palla del 4-4, In seguito un altro errore di Rune, dopo uno scambio durissimo, che finisce fuori e che rimette il match in parità per l’ennesima volta.

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Il ricamo di Sinner, un uomo in missione verso la vittoria

Nel game successivo Sinner trova nuova fiducia, il pubblico lo carica al massimo con il coro diventato ormai celebre ("Olè olè olè, Sinner, Sinner") e in pochissimo tempo l’azzurro si ritrova sullo 0-40: una risposta fulminia, il nastro che sembra indicare la strada di Jannik dandogli una mano importante e un altro colpo fortissimo difficile da controllare per Rune. Si arriva sul 30-40, il giovane talento danese sembra avere ancora le forze di rimontare grazie al suo poderoso servizio ma lì Sinner mette in scena il colpo di genio, la volée in equilibrio perfetto a rete, perfettamente indirizzata dalla parte opposta in cui si trova Rune con il movimento dolcissimo con la mano ma anche in virtù del movimento sincronizzato dei piedi. Un ricamo eccezionale che lancia definitivamente Jannik verso la vittoria e che fa impazzire di gioia i tifosi sugli spalti. Successivamente Sinner non sbaglia, tiene il servizio e conquista la terza vittoria di fila chiudendo sul 6-4. È anche da questi momenti che si capisce come Jannik sia davvero un uomo in missione. L’obiettivo ora è la vittoria. Il trionfo finale. Indipendentemente da chi affronterà.

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TORINO - Ci sono momenti che definiscono i destini di un tennista. Ci sono attimi che decidono il destino di un giocatore. Sono quelle slinding doors che spesso ci ritroviamo di fronte anche tutti noi nella vita di tutti giorni e che Jannik Sinner ha vissuto in diretta nel match contro Rune. Già contro Djokovic si era avuta l’impressione di un uomo in missione, completamente focalizzato sulla vittoria e sul trionfo finale. A qualsiasi costo.

La sliding door nel terzo set

Lo stesso si è rivisto anche contro Rune. Una partita combattuta, all’inizio dominata dal campione azzurro, poi ridiventata improvvisamente equilibrata, con il talento di San Candido in difficoltà per un dolore alla schiena. Poi la reazione, la fitta lombare che va via e la sfida punto a punto che si decide nelle fasi finali del terzo set e lì Sinner ha vissuto quella sliding door di cui parlavamo prima. Palla break per Rune sul 3-4 per il danese. È un momento decisivo, che sa di match point (il game dopo Rune avrebbe servito per la vittoria). Ma Jannik non si arrende e trova la forza di reagire, per l’ennesima volta: prima approfitta di un errore di rovescio del danese (sulla seconda di Sinner), poi c’è l’ace dell’altoatesino che garantisce la palla del 4-4, In seguito un altro errore di Rune, dopo uno scambio durissimo, che finisce fuori e che rimette il match in parità per l’ennesima volta.

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