Da Sinner a Musetti e Berrettini
Cosa pensa della sua nuova guida tecnica, Andy Murray?
«Ho dato un giudizio positivo fin dall’inizio. Murray è stato un grande campione e ha smesso da poco. Ha la mentalità del vincente e la condividerà con Novak. Il quesito è quanto durerà questo binomio e in tal senso l’esito degli Australian Open sarà importante. Mi piace pensare a un Djokovic competitivo capace di raggiungere almeno la semifinale. Per il titolo non mi sbilancio in suo favore».
Qual è secondo lei il segreto dell’esplosione del tennis italiano?
«Sono legato al vostro Paese e vedo con piacere il movimento azzurro sempre più importante, sotto il profilo dei campioni che sa esprimere e delle organizzazioni. Nel maschile il lotto dei giocatori di alto livello è molto ampio e anche la base è molto vitale. Jasmine Paolini ha fatto un grande salto di qualità e rappresenta un altro volto che appartiene di diritto al grande tennis».
Detto di Sinner, cosa pensa di Musetti e Berrettini, sulla strada del definitivo recupero?
«Musetti è già salito alla 15ª piazza del ranking dimostrando di avere carattere e potenziale. Non è facile arrivare in semifinale a Wimbledon e lui lo scorso anno lo ha fatto. Con Sinner numero 1 a mio parere ha maggiori margini per crescere ancora senza eccessive pressioni e questo è un bene. Sono molto felice del ritorno ad alto livello di Berrettini, giocatore che ha dimostrato di essere un gran campione. Molti infortuni lo hanno frenato ma se il fisico lo aiuterà lo rivedo tra i top ten. In Italia dopo il calcio il tennis è diventato lo sport più seguito e ciò anche grazie allo spazio che ha saputo ricavarsi a livello mediatico e televisivo. Un passaggio fondamentale, con la Federazione in primo piano, per portare sempre più persone sui campi da gioco e fare una vera selezione».