Pagina 1 | “Sinner costante, Alcaraz up & down, Berrettini in top 10”: Becker dà i voti

Boris Becker ha vinto due volte gli Australian Open, nel 1991 e nel 1996, ultima sua affermazione a livello Slam delle sei ottenute in carriera nell’arco di undici anni. Oggi è uno degli opinionisti eccellenti di Eurosport, canale che trasmetterà in esclusiva il torneo che avrà anche per la prima volta la diretta integrale su Discovery+. Boris Becker è decisamente sul pezzo e sottolinea come il tennis rappresenti ancora una parte molto importante della sua vita. Inizia senza tentennamenti i suoi pronostici per ormai l’imminente rassegna: «Nel maschile i miei favoriti sono nell’ordine Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Alexander Zverev e Novak Djokovic. Nel femminile Aryna Sabalenka, campionessa uscente come Sinner nel maschile, Coco Gauff, Iga Swiatek e Elena Rybakina».  

 

Jannik Sinner e Iga Swiatek sono stati in parte “distratti” nell’ultimo periodo dalle vicende doping che, in modo diverso, li hanno colpiti. Cosa ne pensa? 

«Non esprimo giudizi assoluti, come hanno fatto in molti, compresi alcuni giocatori. Non conosco i dettagli e pertanto non posso farlo. Dico che ogni caso è diverso ma sono contento che sia stato permesso a Jannik di continuare a giocare in attesa dell’esito del ricorso presentato dalla WADA e che Iga Swiatek sia rientrata nel circuito dopo il mese di stop. Sono due tennisti che fanno del bene al movimento oltre che fortissimi».  

 

Rimanendo in casa Italia, cosa pensa della rivalità ormai conclamata tra il numero 1 del mondo azzurro e Carlos Alcaraz? 

«È importante che si siano affermati due campioni di questo calibro nel momento in cui tre dei “Fab Four”, Federer, Nadal e Murray si sono ritirati. Sinner e Alcaraz sono giovani e potranno dar vita a tante battaglie. L’azzurro è più costante nel rendimento, mentre lo spagnolo ha più soluzioni ma anche più passaggi a vuoto nel corso della stagione. Quando Alcaraz gioca il suo miglior tennis è difficile da contrastare, per chiunque, ma proprio perché più eclettico è più soggetto agli up and down». 

 

Novak Djokovic non vuole mollare, cosa dobbiamo aspettarci da lui? 

«Novak entra in campo per far bene nei grandi tornei e non ha più nulla da dimostrare, soprattutto dopo la vittoria olimpica. Non credo che il titolo a Parigi lo abbia cambiato. Cercherà sempre di dare il massimo e smetterà quando non riuscirà più a vincere. Non mi sento di dire quando, sarà lui a decidere. Dai giovani è giustamente guardato come un maestro e temuto e non potrebbe essere diversamente per chi ha vinto 24 titoli Slam. Centrarne uno è già un’impresa, pensate farlo a ripetizione come lui». 

 

 

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Da Sinner a Musetti e Berrettini

Cosa pensa della sua nuova guida tecnica, Andy Murray? 

«Ho dato un giudizio positivo fin dall’inizio. Murray è stato un grande campione e ha smesso da poco. Ha la mentalità del vincente e la condividerà con Novak. Il quesito è quanto durerà questo binomio e in tal senso l’esito degli Australian Open sarà importante. Mi piace pensare a un Djokovic competitivo capace di raggiungere almeno la semifinale. Per il titolo non mi sbilancio in suo favore». 

 

Qual è secondo lei il segreto dell’esplosione del tennis italiano? 

«Sono legato al vostro Paese e vedo con piacere il movimento azzurro sempre più importante, sotto il profilo dei campioni che sa esprimere e delle organizzazioni. Nel maschile il lotto dei giocatori di alto livello è molto ampio e anche la base è molto vitale. Jasmine Paolini ha fatto un grande salto di qualità e rappresenta un altro volto che appartiene di diritto al grande tennis». 

 

Detto di Sinner, cosa pensa di Musetti e Berrettini, sulla strada del definitivo recupero? 

«Musetti è già salito alla 15ª piazza del ranking dimostrando di avere carattere e potenziale. Non è facile arrivare in semifinale a Wimbledon e lui lo scorso anno lo ha fatto. Con Sinner numero 1 a mio parere ha maggiori margini per crescere ancora senza eccessive pressioni e questo è un bene. Sono molto felice del ritorno ad alto livello di Berrettini, giocatore che ha dimostrato di essere un gran campione. Molti infortuni lo hanno frenato ma se il fisico lo aiuterà lo rivedo tra i top ten. In Italia dopo il calcio il tennis è diventato lo sport più seguito e ciò anche grazie allo spazio che ha saputo ricavarsi a livello mediatico e televisivo. Un passaggio fondamentale, con la Federazione in primo piano, per portare sempre più persone sui campi da gioco e fare una vera selezione».

 

 

 

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Boris Becker ha vinto due volte gli Australian Open, nel 1991 e nel 1996, ultima sua affermazione a livello Slam delle sei ottenute in carriera nell’arco di undici anni. Oggi è uno degli opinionisti eccellenti di Eurosport, canale che trasmetterà in esclusiva il torneo che avrà anche per la prima volta la diretta integrale su Discovery+. Boris Becker è decisamente sul pezzo e sottolinea come il tennis rappresenti ancora una parte molto importante della sua vita. Inizia senza tentennamenti i suoi pronostici per ormai l’imminente rassegna: «Nel maschile i miei favoriti sono nell’ordine Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Alexander Zverev e Novak Djokovic. Nel femminile Aryna Sabalenka, campionessa uscente come Sinner nel maschile, Coco Gauff, Iga Swiatek e Elena Rybakina».  

 

Jannik Sinner e Iga Swiatek sono stati in parte “distratti” nell’ultimo periodo dalle vicende doping che, in modo diverso, li hanno colpiti. Cosa ne pensa? 

«Non esprimo giudizi assoluti, come hanno fatto in molti, compresi alcuni giocatori. Non conosco i dettagli e pertanto non posso farlo. Dico che ogni caso è diverso ma sono contento che sia stato permesso a Jannik di continuare a giocare in attesa dell’esito del ricorso presentato dalla WADA e che Iga Swiatek sia rientrata nel circuito dopo il mese di stop. Sono due tennisti che fanno del bene al movimento oltre che fortissimi».  

 

Rimanendo in casa Italia, cosa pensa della rivalità ormai conclamata tra il numero 1 del mondo azzurro e Carlos Alcaraz? 

«È importante che si siano affermati due campioni di questo calibro nel momento in cui tre dei “Fab Four”, Federer, Nadal e Murray si sono ritirati. Sinner e Alcaraz sono giovani e potranno dar vita a tante battaglie. L’azzurro è più costante nel rendimento, mentre lo spagnolo ha più soluzioni ma anche più passaggi a vuoto nel corso della stagione. Quando Alcaraz gioca il suo miglior tennis è difficile da contrastare, per chiunque, ma proprio perché più eclettico è più soggetto agli up and down». 

 

Novak Djokovic non vuole mollare, cosa dobbiamo aspettarci da lui? 

«Novak entra in campo per far bene nei grandi tornei e non ha più nulla da dimostrare, soprattutto dopo la vittoria olimpica. Non credo che il titolo a Parigi lo abbia cambiato. Cercherà sempre di dare il massimo e smetterà quando non riuscirà più a vincere. Non mi sento di dire quando, sarà lui a decidere. Dai giovani è giustamente guardato come un maestro e temuto e non potrebbe essere diversamente per chi ha vinto 24 titoli Slam. Centrarne uno è già un’impresa, pensate farlo a ripetizione come lui». 

 

 

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