Dovrà aspettare Novak Djokovic per mettere in carniere l’agognato titolo numero 100, traguardo superato solo da Jimmy Connors (recordman con 109 trofei) e Roger Federer (a quota 103). «Non ho mai vinto a Brisbane e spero che sia l’anno buono», aveva detto l’ex n.1 del mondo dopo il successo al 2° turno su Gael Monfils (il 20° in altrettanti confronti) all’intervistatore che chiedeva le ragioni per cui continuasse a competere con tale dedizione. Un desiderio che non potrà esaudire il 24 volte campione Slam, rientrato nel circuito a oltre due mesi e mezzo dalla finale persa al Masters 1000 di Shanghai contro Jannik Sinner. A sbarrargli a sorpresa la strada nei quarti è stato Reilly Opelka, con i suoi 211 centimetri il tennista più alto del circuito.
La sconfitta con Opelka
Il 27enne di St. Joseph (Missouri), in gara con il ranking protetto essendo sceso al n.293 della classifica dopo un calvario di due anni (a febbraio 2022 era arrivato al 17° posto Atp) prima per un tumore benigno all'anca e poi per due operazioni al polso che lo hanno portato anche a pensare al ritiro, al primo incrocio con il serbo ha disputato la partita perfetta. Contro la costante aggressività del gigante americano (21 vincenti nel primo set, 83% di prime di servizio in campo, trasformate in punti con la stessa percentuale) non ha saputo trovare adeguate contromisure Djokovic, cedendo il parziale al tie-break per 8 punti a 6. E nella seconda frazione, mancata nel terzo game l’unica palla-break concessa dall’avversario, nel gioco seguente ha perso la battuta, finendo per inchinarsi a un Opelka in stato di grazia (16 ace e un eloquente 87% di punti anche con la seconda). «È il più grande tennista della storia, ma non abbiamo nulla da perdere quando lo affrontiamo – le parole di Reilly, l’unico yankee in attività ad aver messo ko Djokovic: con un giocatore a stelle e strisce non perdeva da Wimbledon 2016 con Sam Querrey e una striscia di 34 vittorie -. Quindi finisci per correre anche più rischi, talvolta ti può andare bene. Quando ero con le stampelle ho visto Nole vincere molto e tutto ciò mi ha dato la speranza di poter tornare e avere un’altra possibilità come questa».
Dubbi sulle condizioni di Djokovic
Il successo più prestigioso in carriera di Opelka (atteso in semifinale da un altro grande battitore come il francese Mpetshi Perricard) coincide con la seconda peggior sconfitta per ranking del serbo (a Belgrado nel 2010 si ritirò dopo aver perso il primo set con il connazionale Krajinovic, allora n.319). Uno stop inatteso che solleva non pochi dubbi sulle condizioni di forma di Djokovic a poco più di una settimana dal via degli Australian Open, dove andrà a caccia del 25° titolo Major, per entrare nella storia, una delle motivazioni che lo spingono ad andare avanti e sfidare la nuova generazione di talenti della racchetta. A preoccupare sono la scarsa velocità di palla sul diritto, meno brillantezza nei cambi di direzione e di ritmo, meno rapidità nei tempi di reazione, aspetti già palesati nel 2024. Incognite non da poco per uno Slam di due settimane, dove lo sforzo fisico è notevole anche per ragioni climatiche. Interrogativi che sarà chiamato ad affrontare Andy Murray, che al debutto in veste di coach sta per raggiungere il 10 volte trionfatore a Melbourne. Tutto ciò mentre un altro veterano del tour come il 35enne Kei Nishikori sta mostrando segnali di riscossa dopo anni di infortuni e di ricostruzione dell'anca: a Hong Kong il giapponese, ex n.4 del mondo, ha raggiunto la sua prima semifinale Atp da agosto 2021.
RISULTATI
Brisbane, quarti: Opelka (Usa) b. Djokovic (Ser) 7-6(4) 6-3, Mpetshi Perricard (Fra) b. Mensik (Cze) 7-5 7-6(5), Lehecka (Cze) b. Jarry (Cil) 6-4 6-4, Dimitrov (Bul) b. Thompson (Aus) 6-1 2-1 rit.
Hong Kong, quarti: Shang Jungcheng (Cin) b. Marozsan (Ung) 1-6 6-3 6-4, Nishikori (Gia) b. Norrie (Gbr) 6-3 3-6 6-2, Muller (Fra) b. Fils (Fra) 3-6 6-3 6-1, Munar (Spa) b. Musetti (Ita) 2-6 7-6(4) 7-5.