Wada, ma per chi ci hai preso?
Karen Moorhouse, amministratrice delegata Itia, ha usato un linguaggio di sostanza incontrovertibile: "Il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall'Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si segue un caso è determinato unicamente dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza. Nel caso di Sinner, comprendiamo che l'attenzione dell'appello sia rivolta all'interpretazione e all'applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente, quando si determina quale sia, se presente, il livello di colpa applicabile al giocatore che l'Itia basa sui fatti e sulla scienza". Tradotto in soldoni: cara Wada, ma per chi ci hai preso? Hai tutto il diritto di presentare ricorso in Svizzera per verificare se abbiamo seguito la procedura, cosa che abbiamo fatto alla lettera, ma Sinner non ha goduto di nessun trattamento di favore e le conclusioni alle quali è arrivato il procedimento sono state rigorosamente dettate dall'analisi scientifica dei fatti. Jannik è innocente e tale è stato da noi riconosciuto. Cara Wada, questo lo diciamo noi, vai al diavolo.