La WADA vuole stabilire le colpe di Sinner
Nel contempo l’ITIA ha riconosciuto il diritto del ricorso della WADA sulla sentenza di assoluzione emessa. Ciò che stride non è ricorrere, come è lecito e nel diritto di chiunque, a più gradi di giudizio ma al fatto che a farlo siano organismi spesso in contrasto fra di loro e più volte sembrati poco attendibili proprio nelle interpretazioni delle regole. Non è ancora dato conoscere i tempi della decisione della WADA, si vocifera del prossimo gennaio ma potrebbero avvicinare i sei mesi, e intanto la “spada di Damocle” sull’atleta continua a essere incombente, ingombrante, e in ultima analisi pericolosa. La WADA ha deciso di impugnare la sentenza non per dimostrare l’uso intenzionale del cicatrizzante, ma per verificare e stabilire una colpa parziale del giocatore, reo (cioè responsabile) a suo intendere per il comportamento dei componenti del proprio staff che all’epoca dei fatti gli erano accanto, ovvero l’ex fisioterapista Naldi e l’ex preparatore Umberto Ferrara.