Annunciato il ritiro dopo la Coppa Davis di Malaga, Rafa Nadal si trova in Arabia Saudita, più precisamente a Riyadh, dove parteciperà al Six Kings Slam, il torneo esibizione con un montepremi da record. Il mancino di Manacor, falcidiato dagli infortuni, negli ultimi due anni ha giocato soli 23 match, appena 4 nel 2023 e 19 quest'anno. La sua ultima apparizione risale alle Olimpiadi di Parigi, dove si è fermato al secondo turno contro Novak Djokovic, ma ora è pronto per l'ultimo grande ballo. Ai microfoni di DAZN, che offrirà gratis la visione del torneo in Arabia Saudita, lo spagnolo ha ammesso: “Non gioco a tennis da molto tempo, quindi sono felice di essere qui per competere con un gruppo fantastico di giocatori, buoni amici, non vedo l'ora che tutto inizi. Non so cosa succederà, è chiaro che tutte le partite saranno molto competitive, parliamo dei migliori giocatori del mondo. Le mie aspettative non sono molto alte, voglio solo essere in pista, far parte dello spettacolo e far sì che i fan si godano l’intrattenimento”.
Nadal e la "rivalità" con Djokovic e Federer
A proposito della "rivalita" con Nole, che potrebbe ritrovarsi contro solo nell'ultimo atto del torneo saudita - i due faranno il loro ingresso in semifinale: il serbo affronterà il vincente del match tra Sinner e Medvedev mentre l'iberico se la vedrà contro uno tra Alcaraz e Rune - commenta: “Ci siamo affrontati tante volte nella nostra carriera, non abbiamo bisogno di giocarci ancora (ride ndr). Per me è sempre stata una sfida affrontare Novak, è un grande rivale, è un giocatore che mi ha sempre spinto ai massimi livelli, sono stato spinto al limite, penso che entrambi abbiamo provato questa sensazione, compreso Roger Federer anche. Tra noi tre ci siamo sempre aiutati a vicenda a raggiungere un livello più alto, essendo sempre rivali molto difficili e spingendoci a vicenda verso nuovi successi. Migliorare è una delle cose più belle dello sport, ovviamente. Bisogna avere quella determinazione e obiettivi ben definiti per lavorare ogni giorno pensando di essere migliori. Avere grandi avversari dall’altra parte della rete ti dà una prospettiva un po’ più chiara di ciò che devi continuare a fare. Con Roger è stato un rapporto speciale, ma lo sto avendo anche con Novak. È il modo in cui vivo lo sport, andando oltre le partite, nella vita ci sono cose molto più importanti del tennis. In fin dei conti, se hai un buon rapporto con i tuoi colleghi, con chi ti circonda, senza dubbio l’esperienza sarà molto più soddisfacente. Il tennis è uno sport molto solitario, penso che sia importante curare bene questo aspetto”.