"Così ci uccideranno": l'urlo di Alcaraz, replica Sinner: "Si fanno scelte"

Botta e risposta tra i numeri 1 e 3 al mondo, intervenuti sui molteplici impegni stagionali previsti dal calendario. Entrambi i tennisti sono attesi per l'esordio all'Atp di Pechino
"Così ci uccideranno": l'urlo di Alcaraz, replica Sinner: "Si fanno scelte"© Getty Images

"In questi ultimi anni il calendario è diventato molto lungo, ma bisogna fare delle scelte. Ci sono tornei obbligatori, ovviamente, ma ogni giocatore può comunque scegliere dove e quando giocare".  È l'opinione di Jannik Sinner, chiamato a rispondere sui prossimi impegni stagionali, che vedranno l'altoatesino debuttare all'Atp 500 di Pechino contro il cileno Jarry. Il numero 1 al mondo scenderà in campo da campione in carica, mentre al debutto si prepara anche Carlos Alcaraz, reduce dal successo nel singolare di Laver Cup, che ha regalato il titolo al team europeo. Lo spagnolo, che in Cina affronterà il francese Perricard, ha usato toni molto più polemici nei riguardi del calendario Atp. Polemica a cui si è unito anche Sascha Zverev, oltre alla succitata replica di Sinner. Il n. 3 al mondo e il campione azzurro potrebbero ritrovarsi uno contro l'altro soltanto all'ultimo atto del torneo: stesso pronostico per una eventuale sfida in Coppa Davis

Alcaraz: "Così ci uccideranno"

"In qualche modo ci uccideranno. In questa fase molti bravi tennisti rischiano di perdere i loro tornei a causa di infortuni. A volte succede che non voglio andare a giocare un torneo: non devo mentire, mi sono sentito così alcune volte. Non mi sento per nulla motivato". Queste le parole dello spagnolo al termine della Laver Cup, dove a dire la sua è stato anche Zverev, che ha risposto anche sull'ipotesi boicottaggio: "Quella del tennis è la stagione più lunga dello sport, si parte a fine dicembre e si finisce il 20 novembre con le ATP Finals, o ancora più tardi se giochi la Davis. Non c’è tempo per riposare, per prepararsi, per costruirsi il fisico. Non puoi permetterti di non toccare la racchetta per un mese: al ritorno dalle vacanze dobbiamo subito allenarci perché dopo due settimane si parte per l’Australia".

"In altri sport ci sono delle pause, noi non possiamo farlo a meno che non ci si programmi come Federer negli ultimi anni di carriera o come fa Djokovic adesso. L’ATP sta lavorando in questo senso, io faccio parte del consiglio giocatori: non è facile, ma una situazione va trovata. All’Atp non importa della nostra opinione, è un affare di soldi. Boicottaggio? Non ci è permesso boicottare: l’ATP ci multa se non giochiamo i tornei. Noi non abbiamo controllo su queste cose, di certo non vogliamo i tornei obbligatori. E comunque se vuoi diventare numero 1 e vincere devi giocare, se uno si ferma il resto del circuito va avanti. Non possiamo dire che le ATP Finals si giocano dopo lo Us Open e tornei come Bercy, Stoccolma e Chengdu non si fanno più. Hanno una licenza, hanno acquistato il diritto a ospitare il torneo. Non li puoi cancellare, e se lo fai li devi ripagare”. Più diplomatica invece la posizione di Sinner, che invitato a rispondere sul tema ha ricordato la libertà riconosciuta a ogni tennista di scegliere a quale torneo prendere parte.

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Sinner: "Bisogna fare delle scelte"

Questa la replica del tennista altoatesino durante la conferenza stampa dell'Atp di Pechino: "Alcaraz ha detto che il calendario è troppo pesante? Vero, in questi ultimi anni è molto lungo, ma bisogna fare delle scelte. Ci sono tornei obbligatori, ovviamente, ma ogni giocatore può comunque scegliere dove e quando giocare. Non è necessario giocare per forza. Per esempio, negli ultimi due anni ho saltato alcuni appuntamenti perché volevo allenarmi. Cerco sempre di migliorare dentro e fuori dal campo e di comprendere me stesso, capire che cosa funziona e che cosa non funziona del mio gioco. So di avere ancora margini di miglioramento, e questa, per me, è la parte più stimolante". La duplice prospettiva di un match tra Sinner e Alcaraz, in finale a Pechino o a Malaga, nutre il racconto della rivalità tra i numeri 1 e 3 al mondo, che agli occhi del pubblico è destinata a prendere il posto di quella fra Federer e Nadal

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"In questi ultimi anni il calendario è diventato molto lungo, ma bisogna fare delle scelte. Ci sono tornei obbligatori, ovviamente, ma ogni giocatore può comunque scegliere dove e quando giocare".  È l'opinione di Jannik Sinner, chiamato a rispondere sui prossimi impegni stagionali, che vedranno l'altoatesino debuttare all'Atp 500 di Pechino contro il cileno Jarry. Il numero 1 al mondo scenderà in campo da campione in carica, mentre al debutto si prepara anche Carlos Alcaraz, reduce dal successo nel singolare di Laver Cup, che ha regalato il titolo al team europeo. Lo spagnolo, che in Cina affronterà il francese Perricard, ha usato toni molto più polemici nei riguardi del calendario Atp. Polemica a cui si è unito anche Sascha Zverev, oltre alla succitata replica di Sinner. Il n. 3 al mondo e il campione azzurro potrebbero ritrovarsi uno contro l'altro soltanto all'ultimo atto del torneo: stesso pronostico per una eventuale sfida in Coppa Davis

Alcaraz: "Così ci uccideranno"

"In qualche modo ci uccideranno. In questa fase molti bravi tennisti rischiano di perdere i loro tornei a causa di infortuni. A volte succede che non voglio andare a giocare un torneo: non devo mentire, mi sono sentito così alcune volte. Non mi sento per nulla motivato". Queste le parole dello spagnolo al termine della Laver Cup, dove a dire la sua è stato anche Zverev, che ha risposto anche sull'ipotesi boicottaggio: "Quella del tennis è la stagione più lunga dello sport, si parte a fine dicembre e si finisce il 20 novembre con le ATP Finals, o ancora più tardi se giochi la Davis. Non c’è tempo per riposare, per prepararsi, per costruirsi il fisico. Non puoi permetterti di non toccare la racchetta per un mese: al ritorno dalle vacanze dobbiamo subito allenarci perché dopo due settimane si parte per l’Australia".

"In altri sport ci sono delle pause, noi non possiamo farlo a meno che non ci si programmi come Federer negli ultimi anni di carriera o come fa Djokovic adesso. L’ATP sta lavorando in questo senso, io faccio parte del consiglio giocatori: non è facile, ma una situazione va trovata. All’Atp non importa della nostra opinione, è un affare di soldi. Boicottaggio? Non ci è permesso boicottare: l’ATP ci multa se non giochiamo i tornei. Noi non abbiamo controllo su queste cose, di certo non vogliamo i tornei obbligatori. E comunque se vuoi diventare numero 1 e vincere devi giocare, se uno si ferma il resto del circuito va avanti. Non possiamo dire che le ATP Finals si giocano dopo lo Us Open e tornei come Bercy, Stoccolma e Chengdu non si fanno più. Hanno una licenza, hanno acquistato il diritto a ospitare il torneo. Non li puoi cancellare, e se lo fai li devi ripagare”. Più diplomatica invece la posizione di Sinner, che invitato a rispondere sul tema ha ricordato la libertà riconosciuta a ogni tennista di scegliere a quale torneo prendere parte.

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