Coppa Davis, è un’Italia che vale il bis ma quante trappole…

Nel sorteggio di giovedì sarebbe meglio pescare l’Argentina, poi però il cammino sarà più difficile rispetto allo scorso anno

Conoscere il proprio destino non sempre aiuta a tenere la mente sgombra dalle preoccupazioni, o dai cattivi pensieri. L’Italia di Davis sa che a Malaga l’avvio sarà alla sua portata, contro Australia o Argentina, ma anche che quest'anno la Coppa fa gola a tutte, e la forza delle pretendenti è aumentata. I detentori però vestono d'azzurro, una squadra che negli ultimi tre anni ha fallito due soli match dei quattordici disputati, entrambi con il Canada. Auger-Aliassime e Shapovalov ci superarono nella semifinale del 2022, l’anno dopo furono sufficienti Alexis Galarneau e Gabriel Diallo a gettarci nello sconforto battendo Sonego e Musetti nel primo match del girone di Casalecchio. Ma non c’erano Sinner e Berrettini, e la squadra azzurra colse ugualmente la promozione alle Finals battendo Cile e Svezia, per andare alla conquista della seconda Davis della nostra storia, accompagnata per mano da un Sinner ormai numero uno del tennis azzurro, capace di scuotere Griekspoor nei quarti (6-1 nel secondo set), sfilare tre match point a Djokovic in semifinale per poi superarlo in volata, e annullare De Minaur in finale (6-3, 6-0) dopo che Arnaldi aveva portato il primo punto battendo Popyrin.   

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Italia, le possibili avversarie ai quarti di Coppa Davis

Questa è la storia, da quando le Finals si svolgono a Malaga. E per una squadra – unita negli intenti e dall’amicizia, come si è visto in questi giorni a Casalecchio – che ha battuto nelle ultime tre stagioni Argentina, Croazia, Stati Uniti, Cile, Serbia, Australia, Brasile, Belgio e due volte Svezia e Olanda, può apparire persino ovvio che ansia e crucci si facciano vivi in proporzioni contenute, rispetto alle apprensioni che assalgono le avversarie quando c’è da affrontare un’Italia forte del numero uno, di sette singolaristi piazzati nei primi 50 posti della classifica Atp e con un doppio che con ogni probabilità vedremo alle Finals di Torino, una delle otto migliori coppie della stagione. Eppure, qualche differenza con il passato c’è, ed è bene avviare subito la dovuta disamina. I verdetti giunti dalle quattro sedi a gironi degli ottavi di finale hanno confezionato un tabellone delle Finals molto più complicato di quello dell’anno scorso, popolato da giocatori di primo piano animati da febbrili voglie di riscatto, e da scuole tennistiche che hanno fatto la storia del nostro sport. Rispetto all’anno scorso spariscono Finlandia, Repubblica Ceca, Serbia e Gran Bretagna (si confermano dunque Italia, Olanda, Australia e Canada), ma subentrano Spagna, Stati Uniti, Argentina e Germania. Per un Djokovic che esce di scena, tornano sul palcoscenico Alcaraz, Fritz e Tiafoe, Cerundolo ed Etcheverry, e forse Sascha Zverev, sempre che lo convincano a spendere qualche oncia di energia per una Coppa che – lo ha sempre detto – non gli piace nemmeno un po’. 

Il possibile percorso dell'Italia in Coppa Davis

L’Italia è in cima al tabellone, in attesa di sapere (giovedì il sorteggio) se dovrà vedersela con argentini o australiani. La scelta migliore, per noi, è rappresentata dall’Argentina, in modo da spedire l’Australia subito contro gli Stati Uniti. Cerundolo ed Etcheverry sono giocatori capaci di giocare bene anche sul tappeto veloce indoor, ma fanno più paura quando li incontri sulla terra rossa. L’Australia invece potrebbe recuperare De Minaur, ha un Popyrin che picchia duro e un doppio (Ebden e Purcell) di primo piano. Nell’altra metà del tabellone, Spagna e Canada, prime nei rispettivi gironi, si divideranno Olanda e Germania. Superato il primo scoglio, sarà difficile evitare gli Stati Uniti in semifinale. Fritz e Tiafoe vorranno essere della partita, sebbene abbiano lasciato l'incombenza degli ottavi a Nakashima, McDonald e Opelka (che hanno chiuso il girone con otto vittorie e una sola sconfitta), e il doppio Krajicek-Ram appare ben assortito. Allo stesso modo non è difficile pronosticare per la finale, un match contro la Spagna, che ha voglia di tornare ad alzare la Coppa davanti al proprio pubblico. Nei giorni scorsi è stato Alcaraz a fare da megafono alla squadra, un modo per assumersi le responsabilità di guida del gruppo. Ha ripetuto fino alla noia che la Spagna questa Coppa la vuole vincere, ma ha rischiato non poco contro Machac, con cui ha perso il set d’avvio al tie break prima di approfittare del ritiro del ceco al termine di una seconda frazione giocata già da infortunato. A conti fatti, un’Alcaraz non ancora al massimo, ma certo più incisivo di quello sbiadito e svogliato visto in campo negli ottavi dell’anno scorso.

Coppa Davis, parola a Volandri

Sta a Volandri giocare le carte giuste. Con Sinner, Musetti e Berrettini le scelte sembrano facili, ma forse non sono così scontate. Intanto, con il ritorno di una coppia di doppio stabile (l’anno scorso fu convocato il solo Bolelli, che non giocò mai), Arnaldi e Cobolli rischiano di restare a casa, ed è un peccato.   È possibile recuperarne uno, ma solo privandosi del doppio titolare. Quattro singolaristi e un doppista di scorta… Fu la soluzione che dodici mesi fa ci condusse dritti alla Davis, quella di un Sinner doppio uso, singolarista e doppista (con Sonego, la spalla con cui Sinner si trova più a proprio agio), mi chiedo però se sia praticabile quest’anno. Sonego difficilmente ci sarà, e affiancare Sinner a Berrettini, Musetti o Arnaldi potrebbe non garantire gli stessi risultati. E poi, Bolelli e Vavassori hanno meritato di esserci. Proprio come Arnaldi e Cobolli. Un nodo che Volandri è chiamato a districare.  

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