Berrettini, il Martello è tornato (E quelle parole di Sinner mai dimenticate)

La vittoria su Fonseca (6-1, 7-6) in Davis, nel primo match di Italia-Brasile, conferma la ritrovata grandezza di Matteo. Che ha ricordato cosa gli disse Jannik a Bologna, un anno fa
Berrettini, il Martello è tornato (E quelle parole di Sinner mai dimenticate)© LAPRESSE

Un anno fa, a Bologna, Matteo Berrettini era stato testimone della qualificazione azzurri alla finale di Malaga, perché era fuori causa per infortunio. Un anno dopo, a Bologna, è toccato a lui aprire il confronto fra Italia e Brasile, firmando il primo punto grazie alla vittoria su Joao Fonseca, 18 anni compiuti il 21 agosto, N.158 del mondo, frettolosamente etichettato come Sinnerzinho, il piccolo Sinner, sebbene sia già gran talento. Dopo avere perso seccamente il primo set (6-1 per Matteo in 23 minuti), tradito anche dall'emozione per l'esordio in Coppa Davis, il brasiliano ha portato Berrettini al tie-break nel secondo. Fonseca è schizzato addirittura sul 4-0, prima di subire la strepitosa rimonta dell'azzurro, in forma smagliante, alla quinta vittoria in un singolare di Coppa Davis, la quarta consecutiva, nei sette match disputati.

Il Martello è tornato

Il Martello è tornato e gli applausi di Bologna sono quelli di tutti. La felicità che si è letta nel suo sorriso dopo il successo su Fonseca, ne ha tradito la soddisfazione; l'orgoglio di chi, lanciatosi pancia a terra alla ricerca del tempo perduto, lo sta ritrovando passo dopo passo. Merito della cocciuta volontà di ritornare protagonista, della determinazione che l'ha spinto a rivedere la luce dopo essere finito sott'acqua, come ha ricordato lui stesso; della gioia per avere avvertito di nuovo il calore della gente, il sostegno caldo e appassionato di chi confidava nel suo rientro ai massimi livelli. E non soltanto a suon di ace (nel set d'apertura, l'ottanta per cento di prime palle non è mai andato al di sotto dei 220 chilometri orari). L'amicizia con Sinner è stata di fondamentale importanza per Berrettini, tanto da confidare, prima di affrontare Fonseca: "Un anno fa ero qui e ho abbracciato Jannik dopo la sua vittoria su De Minaur. Fu allora che lui mi disse: tornerai ancora più forte e io proverò a vincere la Davis insieme con te". Parole mai dimenticate da Matteo che, ha raccontato, gli hanno trasmesso una formidabile carica interiore. Tutto si tiene.

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