Pagina 3 | Sinner, il caso doping: la Wada non molla Jannik, continua il calvario

Non si chiude ufficialmente il caso doping legato a Sinner: la Wada, l'Agenzia Mondiale Antidoping, non ha fatto ricorso al Tas di Losanna contro la decisione dell'Itia (International Tennis Integrity Agency) di 'assolvere' il numero uno del tennis dall'accusa di doping dopo le tracce (irrisorie) di Clostebol riscontrate nelle urine del 23enne fuoriclasse altoatesino in un controllo a Indian Wells. Ma da Montreal, la sede dell'agenzia, non arriva alcuna ufficialità sulla fine del calvario di Jannik: è tutto ancora aperto, i termini non sarebbero scaduti. Questo in base a cavilli legati a tempistiche di ricevimento di documenti aggiuntivi, ulteriori rispetto a tutti gli altri e alle oltre cinquanta pagine della sentenza. Documenti richiesti in un secondo momento, che avrebbero quindi fatto saltare la data ultima per ricorrere, spostandola in avanti nel tempo, in maniera ancora non chiara. Ma di chiaro c'è, oltre al comportamento impeccabile di Jannik, solo che non c'è ancora la parola fine su questo caso.

Sinner, perché la Wada non ha fatto ricorso

Come detto l’Agenzia Internazionale Antidoping (Wada) non ha finora presentato ricorso confermando la consuetudine per cui non si oppone alle sentenze delle agenzie indipendenti (come quelle di atletica, ciclismo e tennis) ritenendole motivate dal punto di vista giuridico. L'azzurro, dopo il trionfo agli Us Open, aveva rimarcato il periodo difficile vissuto a causa di una vicenda subito chiarita che ha portato però al licenziamento dal suo staff del preparatore atletico Umberto Ferrara e del fisioterapista Giacomo Naldi. Ripercorriamo le tappe principali della vicenda...

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Sinner e il caso doping: i test del 10 e del 18 marzo

È il 10 marzo 2024 quando, durante il torneo di Indian Wells, Jannik Sinner viene sottoposto a un test antidoping, che rileva una positività al Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato. Il 18 marzo 2024, a torneo già concluso (e con Sinner che era stato eliminato da Alcaraz nella semifinale del 16 marzo), viene effettuato un secondo test sulle urine di Sinner. Anche questo secondo test evidenzia un metabolita del Clostebol.

Le sospensioni provvisorie, le revoche e il 'peso' di Sinner

A inizio e fine aprile sono arrivate le due sospensioni provvisorie di Sinner, a cui il tennista ha risposto facendo immediatamente appello d'urgenza (come suo diritto) rivolgendosi a un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions (una società privata che supervisiona i casi di doping). In entrambi i casi Sinner ottiene la revoca immediata delle due sospensioni che gli hanno permesso di giocare nei mesi successivi: a Miami, MonteCarlo, al Roland Garros, a Wimbledon e infine a Cincinnati. Tornei che comunque Sinner affronta con un peso non indifferente, nell'attesa che la sua innocenza venisse riconosciuta ufficialmente...

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Sinner, la dinamica della 'assunzione' involontaria di Clostebol

È il 13 febbraio quando Umberto Ferrara, uno dei massaggiatori di Jannik, acquista presso una farmacia di Bologna il "Trofodermin", uno spray per curare le ferite acquistabile senza ricetta che contiene, tra le varie sostanze, anche il clostebol, sostanza ritenuta dopante poi rinvenuta nei campioni prelevati su Sinner. Lo spray è stato portato a Indian Wells, dove Giacomo Naldi, altro fisioterapista di Sinner, l'ha usato per curarsi una ferita alla mano (senza sapere che contenesse clostebol), che si era procurato con un tronchesino per i calli usato trattando un piede di Sinner. Naldi si cura dunque con il Trofodermin per diversi giorni (senza controllare le avvertenze) e nel corso del torneo effettua diversi massaggi a Sinner. Alcuni durati anche più di un'ora, e tutti a mani nude, senza guanti. La contaminazione sarebbe avvenuta perché Sinner, a sua volta, presentava delle ferite aperte (soprattutto sui piedi).

Il parere degli esperti sulla difesa di Sinner

Il tribunale indipendente ha ritenuto credibili, plausibili e veritiere le spiegazioni fornite da Sinner. Ma decisivo è stato anche il parere degli esperti (il professor Jean-François Naud, il dottor Xavier de la Torre, e il professor David Cowan) della commissione medica interpellati dal tribunale indipendente. E tutto ruota attorno alla quantità - infinitesimale - di Clostebol rinvenuta nel corpo di Sinner. Nei due campioni prelevati a Jannik erano stati rilevati metaboliti del clostebol per 86pg/ml e 76pg/ml. Come ha detto Jannik in conferenza, "ci sono sette zeri prima dell'uno

Sinner scagionato: nessuna colpa o negligenza

Il giorno di Ferragosto, un'udienza che si è tenuta presso Sport Resolutions ha chiuso il "caso", con il tribunale indipendente che ha stabilito che da parte di Sinner non ci sia stata alcuna colpa o negligenza. Nonostante ciò, Sinner ha perso punti e montepremi di Indian Wells. Questo perché Sinner è responsabile anche degli errori commessi dal suo team. Jannik, che ha collaborato attivamente durante l'indagine, ha accettato di rinunciare al montepremi guadagnato a Indian Wells (torneo in cui era risultato positivo) e ai punti conquistati in quel torneo (400 in totale dopo la sconfitta in semifinale con Alcaraz). Dal torneo successivo (Miami, vinto), punti ATP e premi conquistati non sono stati intaccati.

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Sinner, la dinamica della 'assunzione' involontaria di Clostebol

È il 13 febbraio quando Umberto Ferrara, uno dei massaggiatori di Jannik, acquista presso una farmacia di Bologna il "Trofodermin", uno spray per curare le ferite acquistabile senza ricetta che contiene, tra le varie sostanze, anche il clostebol, sostanza ritenuta dopante poi rinvenuta nei campioni prelevati su Sinner. Lo spray è stato portato a Indian Wells, dove Giacomo Naldi, altro fisioterapista di Sinner, l'ha usato per curarsi una ferita alla mano (senza sapere che contenesse clostebol), che si era procurato con un tronchesino per i calli usato trattando un piede di Sinner. Naldi si cura dunque con il Trofodermin per diversi giorni (senza controllare le avvertenze) e nel corso del torneo effettua diversi massaggi a Sinner. Alcuni durati anche più di un'ora, e tutti a mani nude, senza guanti. La contaminazione sarebbe avvenuta perché Sinner, a sua volta, presentava delle ferite aperte (soprattutto sui piedi).

Il parere degli esperti sulla difesa di Sinner

Il tribunale indipendente ha ritenuto credibili, plausibili e veritiere le spiegazioni fornite da Sinner. Ma decisivo è stato anche il parere degli esperti (il professor Jean-François Naud, il dottor Xavier de la Torre, e il professor David Cowan) della commissione medica interpellati dal tribunale indipendente. E tutto ruota attorno alla quantità - infinitesimale - di Clostebol rinvenuta nel corpo di Sinner. Nei due campioni prelevati a Jannik erano stati rilevati metaboliti del clostebol per 86pg/ml e 76pg/ml. Come ha detto Jannik in conferenza, "ci sono sette zeri prima dell'uno

Sinner scagionato: nessuna colpa o negligenza

Il giorno di Ferragosto, un'udienza che si è tenuta presso Sport Resolutions ha chiuso il "caso", con il tribunale indipendente che ha stabilito che da parte di Sinner non ci sia stata alcuna colpa o negligenza. Nonostante ciò, Sinner ha perso punti e montepremi di Indian Wells. Questo perché Sinner è responsabile anche degli errori commessi dal suo team. Jannik, che ha collaborato attivamente durante l'indagine, ha accettato di rinunciare al montepremi guadagnato a Indian Wells (torneo in cui era risultato positivo) e ai punti conquistati in quel torneo (400 in totale dopo la sconfitta in semifinale con Alcaraz). Dal torneo successivo (Miami, vinto), punti ATP e premi conquistati non sono stati intaccati.

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