Sinner ha un polso di ferro. Un altro passo nella storia

Più forte del dolore, del caldo, dell'umidità, Jannik batte Draper in tre set  (7-5, 7-6, 6-2) e, primo italiano capace di tanto, conquista la finale dell'Us Open. Entusiasmante il cammino del N.1 del mondo a New York
Sinner ha un polso di ferro. Un altro passo nella storia© EPA

Jannik Sinner ha un polso di ferro e, più che mai ,ha il polso della situazione all'Us Open dove, primo italiano nella storia, è approdato in finale, la seconda finale Slam in carriera dopo Melbourne. La vittoria in tre set su Draper è scaturita al termine di un match durato tre ore e scandito dalla fatica immane dei due tennisti, alle prese con il caldo, l'umidità, il mal di stomaco (Draper), il dolore al polso e un principio di crampi (Sinner). Il britannico è stato anche costretto a cambiare le scarpe intrise di sudore; ha vomitato; ha patito terribilmente le condizioni climatiche al punto di essere costretto a cambiarsi di tutto punto. L'azzurro ha rischiato di farsi male seriamente quando, scivolando, ha appoggiato il polso in malo modo: per fortuna, Jannik ha recuperato subito. Nove anni dopo il trionfo di Flavia Pennetta a New York, il Numero Uno del mondo ha conquistato l'atto decisivo dell'Us Open coprendo un cammino entusiasmante, considerate le condizioni di partenza, in piena bufera Clostebol.

Sinner, le parole dicono tutto

Signifcative le sue parole dopo la vittoria su Draper, pronunciate ai microfoni di Supertennis: "La partita era complicata e Jack ha servito molto bene. Ho avuto molte chances di breakarlo. Non  ci sono riuscito, però, mentalmente sono stato forte: Draper stava giocando una grande partita che, a un certo punto, è diventata anche molto fisica. Siamo calati tutti e due e sono contento di essere riuscito a breakarlo nel terzo, il che mi ha portato ad una vittoria un po' più veloce, ma queste sono partite in cui puoi perderti in un attimo e io sono contento di averla vinta. Ho disputato diverse finali, mi sono ritrovato più volte in questa situazione, ma una finale Slam dà una sensazione diversa. Quando giochi una partita la domenica, in qualunque torneo, vuol dire che hai fatto un ottimo percorso. Questi sono giorni davvero speciali. Mi ricordo quando ho giocato la mia prima grande finale a Miami, contro Hurkacz: non riuscii a gestire nulla. Poi, piano piano sono riuscito a gestire quei momenti sempre meglio, provando una bellissima sensazione. Sono teso, ma molto felice di scendere in campo per giocarsi l'Us Open". Sapesse Jannik quanto lo siamo noi per lui.

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