Sinner, uno Slam di ferro: agli US Open il percorso più difficile

Il debutto al primo turno contro McDonald e, ipotizzando che raggiunga i quarti, potrebbe trovarsi di fronte Medvedev. Poi Alcaraz in semifinale
Sinner, uno Slam di ferro: agli US Open il percorso più difficile© EPA

È uno US Open da giocare su più tavoli, come tante altre cose nella vita, come negli scacchi quando a sfidare il campione sono in dieci, tra maestri e aspiranti tali. E il fatto che Jannik Sinner abbia avuto tempo e modo per abituarsi, in questi mesi divisi tra campo, problemi fisici e preoccupazioni sollevate da un’ombra di Clostebol, non credo possa ammorbidire quel senso di disagio che da tempo fa da ospite indesiderato tra i pensieri del nostro numero uno. Il sorteggio che ha aperto ufficialmente l’edizione più ricca degli US Open, con cento mila dollari a disposizione di chi perde al primo turno e tre milioni e seicentomila per il vincitore, ha già fatto sapere a JS che occorrerà indossare la tuta e lo scudo di Capitan America per farsi largo a spintoni e sberle sino all’approdo della finale, mentre il pronunciamento della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, è atteso per il sei di settembre, giorno delle semifinali. Lì si saprà se “la lettura attenta delle carte” promessa sul caso Sinner dal centro di tutela della liceità sportiva più burocratico del mondo, darà per buona la sentenza di “contaminazione involontaria” emessa dall’Itia (l’International Tennis Integrity Agency), oppure vorrà fare ricorso.

Sinner-Alcaraz in semifinale?

Ed è bene che Jannik sappia che avrà a che vedersela con un istituto che poco sopporta l’idea che a decidere su un caso riguardante il numero uno del tennis, siano stati altri, senza che loro potessero intervenire già in prima battuta. Ne va ovviamente della loro posizione di potere, a dir poco immensa. L’auspicio, ci mancherebbe, è che la frase pronunciata senza felicità alcuna da Sinner («Mi lascio alle spalle questo periodo difficile e profondamente sfortunato») a conclusione della vicenda, possa davvero rivelarsi veritiera e restituirgli un po’ di serenità, ma non sarà facile in un ambiente come quello del tennis, dove gli atleti (Kyrgios, Shapovalov, i più lesti a farsi sentire) sono i primi a pensare che vi sia un antidoping per i più forti, e un altro, ben più terribile, per chi troppo forte non è. Cosa che è anche vera, ma dovrebbe portare a chiedere il massimo rispetto per i diritti di tutti gli inquisiti, e non a sostenere per chiunque il massimo della pena, in nome di sentenze del passato che magari di quei diritti sono parse poco rispettose. Il quadro d’assieme, com’è facile immaginare, non farà di quest’ultimo Slam della stagione, una passeggiata di salute. Sinner ha dalla sua parte Jarry in terzo turno, Paul o Fils per gli ottavi, Tsitsipas o Medvedev per i quarti e Alcaraz per la semifinale. L’apertura sarà invece con McDonald. Siamo in America, e ci sta… Il secondo turno con Alex Michelsen, affrontato anche a Cincinnati e battuto tra qualche sospirone di troppo.

US Open molto italiano

Di buono c’è che il numero uno, con la vittoria di Cincy (la quinta nella stagione), ha ritrovato quello spirito da battaglia che da sempre ha fatto da prodromo al recupero del suo tennis migliore. Come dire che se non è ancora al massimo della forma, poco gli manca. Sarà uno US Open molto italiano, e mai visto prima, con ben quattro teste di serie a ribadire quanto rapidamente sia andato avanti il nostro tennis in questi mesi. E pazienza se il semplice dato, a qualcuno, fa girare pazzamente le scatole. A chi tocca nun se ngrugna, si dice a Roma. Cobolli (31) ha Duckworth, poi Berg o Kotov. Può arrivare a Medvedev in terzo turno. Arnaldi (30) parte da Svajda, trova Safiullin, poi Hurkacz. Infine Musetti (18), subito contro Opelka, il due metri e undici tornato a giocare da appena un mese, dopo un lungo periodo trascorso alla ricerca di se stesso. Se lo batte (i tre precedenti sono tutti a favore dell’americano) va contro Kecmanovic, poi Rune (15). Come si vede, anche la vita delle teste di serie può risultare complicata. Va meglio a Fognini (Machac), mentre Sonego trova subito Paul, e parte sfavorito. Berrettini può farcela contro Albert Ramos-Vinolas (1-0 nei testa a testa) piombato al numero 122, ma in secondo turno sfida Taylor Fritz, numero 12 del ranking, mai sconfitto nei tre precedenti confronti (tutti però aspri e combattuti).

Paolini, sorteggio da brividi

Chiudono Darderi contro Baez e Nardi opposto a Bautista Agut. Non avrà vita facile nemmeno Djokovic (2), abituato alle autostrade senza pedaggio. Dalla vittoria olimpica non ha più toccato la racchetta, ha fatto sapere. Un qualificato, poi Struff, Popiryn e Shelton o Tiafoe. Alcaraz sembra messo meglio: ha un qualificato, poi Shapovalov o Van de Zandschulp, quindi Draper e Korda. Nei quarti, Hurkacz. E siccome non ci facciamo mancare niente, anche il sorteggio di Jasmine Paolini è da brivido. Subito contro Bianca Andreescu, la canadese che vinse il torneo nel 2019 (su Serena Williams) e fu finalista al Roland Garros nel 2023, ma ormai costretta a giocare quando infortuni e voglia gliene danno l’opportunità. Seguono Pliskova o Sherif, quindi Putintseva e in ottavi Ostapenko o Fernandez, con vista sulla Rybakina nei quarti e sulla Swiatek in semifinale. La polacca, dopo i pianti olimpici, ha un tabellone in discesa, con un terzo turno contro la nostra Cocciaretto se riuscirà a battere Pavlyuchenkova. All’altro capo del tabellone, Sabalenka avrà Bronzetti in secondo turno, e la più temibile Zheng, oro olimpico, nei quarti.

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