Emozione Djokovic: “Ero un bimbo che vedeva volare le bombe sulla testa…”

Il campione serbo conquista la decima finale a Wimbledon superando in tre set Musetti, queste le sue parole al termine del match

Un leggendario Novak Djokovic supera Lorenzo Musetti in semifinale a Wimbledon e continua ad aggiornare le statistiche di una carriera pazzesca. 37 finali Slam, la decima sull'erba londinese con la possibilità di eguagliare il numero di 8 titoli appartenente a Roger Federer, per Nole è tanta la soddisfazione dopo il successo in tre set contro il 22enne carrarino e al termine della sfida sono queste le sue parole: "Ho raccontato questa storia tante volte, ma vale la pena ripeterla: Wimbledon è sempre stato il torneo che ho sognato di vincere sin da piccolo. Ero un bambino di 7 anni in Serbia che vedeva le bombe volare sopra la sua testa e che sognava di essere sul campo più importante del mondo, cioè questo, il Centrale di Wimbledon. Visualizzavo me col trofeo allo specchio, era un'immaginazione davvero potente. Nel corso degli anni ho avuto sempre il supporto della mia famiglia. Non prendo mai nulla per scontato, ma non voglio fermarmi qui e voglio andare a vincere un altro trofeo domenica".

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Il ritorno di Djokovic dopo l'infortunio

Un Djokovic rientrato dopo l'operazione che si è subito fatto torvare al meglio: “Ho avuto tanti dubbi di non potercela fare. Quando sono venuto a Londra non sapevo se avrei giocato. Ho deciso il giorno del sorteggio, ho fatto allenamenti con top player che mi hanno dimostrato che stavo bene abbastanza, non solo per giocare, ma per provare a vincere. Questa mentalità ce l’ho sempre e sono grato al mio team per avermi aiutato ad arrivare fin qui. Tutti sperano di avere la formula segreta. Molti parlano di duro lavoro, io dico lavoro intelligente. Ho capito cosa funziona per me, ho studiato campioni di sport diversi degli ultimi 50 anni che hanno avuto problemi simili a me, avversità e risultati che non arrivano. Definiscono il tuo carattere, la tua forza mentale. Ma il tennis è uno sport che pretende, è uno sport individuale e deve contare solo quello. Basta un giorno sbagliato per uscire da un torneo. Ci sono tante cose che fanno la differenza: nutrizione, come dormi, controllo delle emozioni. Sembra complicato, ma in realtà è facile”. 

Djokovic e la finale con Alcaraz

Ora contro Alcaraz c'è la possibilità di raggiungere quota 25 Slam, più di ogni altro, e vendicare il ko di un anno fa: “Spero in un finale diverso rispetto allo scorso anno: ha un grande team, valori familiari, carisma e sorriso. Si merita di essere uno dei migliori 21enni mai visti in questo sport, non ho dubbi che rimarrà in alto a lungo. Vincerà tanti altri slam, ma spero non vinca questo ma possa farlo nel futuro, quando tra 15 anni mi ritirerò. Scherzo, ovviamente…”.

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