Roland Garros, uno Slam senza padrone. "Per me lo vince Sinner"

Parigi si apre senza un candidato alla vittoria finale e Jannik, non al meglio, sembra in vantaggio. Ecco chi lo battezza vincente
Roland Garros, uno Slam senza padrone. "Per me lo vince Sinner"© EPA

La frase che ricorda Roland Garros (l’aviatore) al centro del Roland Garros (la casa del tennis francese) è scritta in inglese, e prende tutta la lunghezza dello Chatrier. “Victory belongs to the most tenacius”. La vittoria appartiene ai più tenaci. È curiosa la vicenda del giovane Eugene Adrien Roland Georges Garros, eroe forse, e asso dell’aviazione senza le necessarie certificazioni, non avendo mai abbattuto i cinque aerei avversari (ma solo tre) che garantiscono l’iscrizione tra i piloti del mito. Colpito una volta nel 1915 si salvò planando fino ad atterrare dietro le linee tedesche, dove ovviamente fu arrestato e il suo aereo passato al setaccio da Fokker e dalla sua equipe di ingegneri, che da quelle osservazioni trassero ispirazione per la costruzione di nuovi velivoli, micidiali, nei quali la mitraglia era sincronizzata all’albero motore, e impediva di auto abbattersi sparando alla propria elica. Fuggì nel 1918, l’anno in cui fu abbattuto per la seconda volta, per essere ricordato oggi da un impianto di tennis, lui che tennista non era mai stato.

Curiosa anche la frase, in inglese, che certo non era la sua lingua. Utile però a cambiare per una volta i connotati della sfida, in questa stagione che malgrado il guaio all’anca si mantiene sotto il nome di Jannik Sinner, vincitore di tre tornei (uno slam, un “1000” e un “500”) e numero due in classifica con molte possibilità di diventare, a giorni, il numero uno. Dovesse perdere al primo turno, Djokovic sarebbe comunque costretto a raggiungere la semifinale per impedirglielo…

Di chi è il Roland Garros?

Non sarà il Roland Garros di Nadal, dunque non sarà lo Slam della tradizione, né del quindicesimo sigillo per il trentottenne campione spagnolo. Non sarà un Roland Garros deciso dalla classifica, perché il numero uno rischia seriamente di diventare “ex” e le sue ultime prestazioni sono in linea con le più fosche aspettative, tremolio alla mano destra compreso («Stanchezza e stress», dice lui) che merita una visita dal medico. Basta elencare gli ultimi che l’hanno battuto: Nardi, Ruud, Tabilo e Machac… Non potrà essere nemmeno lo Slam di chi è più in forma perché non ve n’è uno che sia al cento per cento. Non Sinner (in buona ripresa, però), né Alcaraz, anche lui di ritorno dal rimessaggio in officina, ma nemmeno Medvedev, per non dire di Rafa o Nole. Più su degli altri appaiono Zverev e Ruud (che ha vinto ieri a Ginevra), forse Tsitsipas, ma non sono davvero nomi che evocano progetti d’imbattibilità. Il tedesco ha vinto a Roma, e il destino l’ha eletto come primo avversario di Nadal. Tutti dicono che sarà un match a senso unico, ed è probabile che si rivelerà proprio così, ma prima voglio vederli all’opera. Zverev è capace di spaventarsi per molto meno, e Nadal ha più possibilità di incanalare le residue energie nel primo match, piuttosto che nei successivi. È un Roland Garros senza favoriti. O con molti favoriti, il che è lo stesso…

Uno Slam destinato proprio “ai più tenaci”, a quelli pronti “a dare il fritto”, come si dice dalle parti degli Internazionali di Roma. Io, noi, ci teniamo Sinner, ovviamente. «All’anca non ci penso. Ho voglia di giocare, ma io e il mio team non possiamo fare miracoli. Credo di poter giocare bene. Ci provo…», ha chiosato questo lungo periodo di incertezze, risolto juventinamente (lui che è del Milan) al JMedical di Torino. Il suo sparring di ieri, Marton Fucsovics, ungherese, si è detto basito dalle doti di Capo Carota. «Gioca d’un bene che non ci sono parole per dirlo. Non me l’aspettavo. Per me vince il torneo». Domani il debutto, contro Christopher Eubanks, Chris 201 cm, tipo strano, uno che sembra estratto dai campetti di street basket e depositato su un court del tennis, con tanto di cappelletto a rovescio. Ha 28 anni, è di Atlanta, ed è diventato tennista per caso, quando i genitori di Donald Young, che fu numero 38 nel 2012, si spostarono da Chicago alla Georgia e misero in piedi un Centro di tennis vicino alla casa dei signori Eubanks. Chris non fece altro che trasferirsi lì, e diventare amico di Donald, il primo a consigliarlo e a vedere in lui un futuro tennista. Ne è uscito un giocatore serve and volley vecchia maniera, implacabile nel servizio ma da fondo campo uno di quelli che tirano tutto un po’ a casaccio. Si sono incontrati a New York, due anni fa, Sinner risolse con facilità la disputa, ma rischiò qualcosa nel tie break del secondo set.

Oggi è il giorno di Alcaraz, opposto a Gei-Gei Wolf, il ragazzo con i capelli anni Settanta, stile “uno dei Mods”, che poi era Ricky Shayne, il cantante rozzo. È il giorno di Wawrinka e Murray, che scambiandosi le loro parti buone potrebbero ricomporre un Frankenstein tennista ma di valore, mentre con le altre potrebbe uscirne un tennista robot. Match comunque da vedere, come ricordo dei tempi che furono. È anche il giorno di Sonego contro Humbert, che è il cocco dei francesi ed è in vantaggio (3-2) nei testa a testa, anche se l’unico match disputato al Roland Garros, un anno fa, vide la netta affermazione del torinese. Sonny ha bisogno di ritrovare fiducia, e un francese a Parigi val bene una ripartenza. O no?

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