Chi lo conosce bene sostiene sia un ragazzo sensibile e di animo nobile, almeno fuori dal campo. Il problema di Andrey Rublev è riuscire a gestire la tensione nervosa durante un match. L’incapacità di controllare la rabbia gli è costata cara in termini di risultati, ma stavolta il russo l’ha combinata davvero grossa. Nella prima semifinale dell’Atp 500 di Dubai il 26enne di Mosca, n. 5 del ranking mondiale, è stato squalificato per comportamento antisportivo sul punteggio di 6-7(4) 7-6(5) 6-5 per il kazako Alexander Bublik. La causa: aver insultato pesantemente e da distanza ravvicinata un giudice di linea, reo a suo avviso di non aver chiamato fuori un diritto dell’avversario. Nervoso per l’andamento dell’incontro, dopo esser arrivato a 2 punti dalla vittoria nel tie-break della seconda frazione (5 a 3) ed essersi portato subito avanti di un break nel terzo set, facendosi però riprendere sul 4-4, Rublev (vincitore del titolo negli Emirati nel 2022 e finalista 12 mesi fa) ha perso la testa avvicinandosi con fare minaccioso al giudice di linea e urlandogli in faccia insulti in russo, uditi anche da altri giudici di gara che conoscono la sua lingua.
Ecco cosa è successo
Così, dopo un consulto con il giudice di linea preso di mira, l’arbitro di sedia, la tedesca Miriam Bley, ha chiamato il supervisor Roland Herfel, che ha comunicato al giocatore allenato da Fernando Vicente la squalifica. Un epilogo inatteso, tra l'incredulità del pubblico e dello stesso Bublik, intenzionato a proseguire l’incontro. La discussione è continuata per alcuni minuti, con Rublev (a metà dicembre salito sulla sedia dell’arbitro mettendogli tre dita in faccia durante un match d’esibizione con Rune) a giurare di non aver offeso il giudice di linea. Questo provvedimento gli costa la perdita del montepremi e dei punti del torneo, facendolo scivolare fuori dalla Top 5, dove rientrerà Alexander Zverev, in attesa di capire se l'Atp deciderà uno stop per gli eventi successivi, i 1000 di Indian Wells e Miami.