Ci sono numeri che fanno epoca, nel tennis. Che si ricordano perché sono stati traguardi considerati impossibili e insieme numeri che invitano la memoria a non disperderli. Numeri tondi, comunemente detti. I più facili da ricordare. Venti, per esempio… Gli Slam di Federer, oggi anche di Rafa, che è a 22, e di Djokovic, a 21, ma il traguardo erano i primi venti e si ricorderà per sempre chi lo abbia tagliato per primo. Cento, un altro. Le vittorie in carriera nei tornei del Tour, quello di oggi, o quello di allora, in quest’ultimo caso con qualche forzoso distinguo. In due oltre la soglia, Connors a 109, Federer a 103, con tanti dubbi sui tornei vinti da Jimbo, molti organizzati a suo uso e consumo.
Più importanti quelli di Federer, nell’insieme e per il valore delle conquiste effettuate, ma cento resta la meta per chiunque giochi a tennis ad alto livello. Può farcela Nadal (giunto a 92), ma non sarà così semplice. Otto tornei da vincere rappresentano il bottino di due stagioni, e non so se Rafa disponga di tutto questo tempo tennistico davanti a sé. Lui si rifugia dietro considerazioni che gli fanno onore, «giocherò finché potrò permettermelo e mi divertirò a farlo», e di sicuro rispondono a verità. Ma sono convinto che anche Rafa abbia, ben impresso nei suoi pensieri, un numero che porrebbe fine a qualsiasi elucubrazione egli stesso sia disposto a fare sulla propria carriera e su come sentirsi pronto a farsi da parte. Il numero è quindici… E rappresenta le vittorie al Roland Garros. Il numero tondo che attende di essere varcato.
Rafa è a quattordici. Gliene manca uno. Sono convinto che fra le tante cose che possa scegliere come regalo di fine carriera, il quindicesimo RG sia quello che desidera di più. Al punto da ritirarsi subito dopo averlo conquistato? Questo non lo so. Non mi sorprenderebbe, ma non ho certezze in merito. Però sono convinto che la preparazione al torneo di Parigi, il prossimo anno, sarà quanto mai accurata. Oltre gli standard che per Rafa restano comunque elevatissimi. Quando giunse a dieci vittorie a Parigi, era il 2017, pensai che fosse un record impossibile. Con l’undicesimo titolo, nel 2018, ritenni che Rafa avesse aperto una porta nella fantascienza. Poi il dodicesimo, il tredicesimo, il quattordicesimo mi trovarono quasi senza parole. Il quindicesimo? Sarà il record destinato a rimanere in eterno nei libri di storia del nostro sport.