ROMA - Il nuovo capitano dell'Italia per la Coppa Davis, Filippo Volandri, ha esternato tutta la sua felicità per aver ricevuto il nuovo incarico. Il tennista azzurro ha raccontato i suoi pensieri ai microfoni di Supertennis, la tv della FIT: "È un onore e una responsabilità incredibile dopo aver già preso in mano negli ultimi anni il settore tecnico arrivare a questo risultato. Sono molto contento ed emozionato, c'è tanto lavoro da fare". L'ex n°25 del mondo ha poi continuato: "Un grande ringraziamento va a Corrado Barazzutti per il lavoro straordinario fatto in questi 20 anni. Lui è stato il capitano che mi ha fatto esordire in Coppa Davis. Quando un bambino inizia a giocare a tennis, ha sempre un sogno nel cassetto. Io più che uno Slam avevo nel cuore gli Internazionali d'Italia e ovviamente la maglia azzurra. Ho avuto la fortuna di indossarla per tanti anni, ma non pensavo addirittura di arrivare ad diventarne il capitano. Ciò mi rende molto orgoglioso perché vuol dire che in questi quattro anni di dirigenza tecnica abbiamo dimostrato che il lavoro è quello giusto e ringrazio la Federazione per avermi dato questa grande opportunità".
Le competizioni
Volandri ha poi aggiunto: "Ovviamente non sono solo, ho un gruppo che mi sta accompagnando da quattro anni nel Settore Tecnico ed è lo stesso team che sarà a disposizione della squadra di Coppa Davis. In uno sport individuale per me è importante trasmettere un senso di appartenenza, e la coppa Davis è il modo migliore. È un'eredità importante da raccogliere, dove il gruppo ha fatto la differenza, anche in Fed Cup. Vogliamo ripartire da lì con le modernità che il tennis di oggi ci mette a disposizione, con i nostri consulenti specializzati che ci aiutano nel settore tecnico nella crescita dei giovani talenti e ci aiuteranno sicuramente anche in Davis. Abbiamo una squadra al servizio della squadra".
La via da seguire
Il neo capitano darà il via a un nuovo ciclo in cui servirà unire tradizione, esperienza e giovani talenti: "Serve un lavoro di gruppo, con il team e con gli allenatori che gestiscono i giocatori tutto l'anno. Credo debbano essere una parte di una squadra ancor più allargata. È vero, c'è pressione ma è anche vero che è divisa tra tanti giocatori. Berrettini, ad esempio, pur essendo il numero 10 al mondo, non ha tutti i riflettori puntati addosso perché alle sue spalle ci sono tanti giovani altrettanto forti che stanno venendo fuori velocemente. E questo credo sia un bene per tutti. Personalmente mi sentivo un po' solo quando ho iniziato la scalata al ranking, cosa che non succede oggi. Lo stesso Sinner mi ha raccontato di essere sollevato che non si parli soltanto di lui, perché così può lavorare più in serenità. Una competitività sana fa si che i risultati portino altri risultati".
La squadra
Infine, Volandri ha concluso: "Andremo senza rodaggio, ma è bello. Ci carica di adrenalina e responsabilità. È una squadra con tanti giovani, avremo bisogno di tempo ma ci toglieremo grandi soddisfazioni. La parola chiave è 'collaborazione'. Abbiamo iniziato a lavorare strettamente con il settore privato. Berrettini e Sonego sono stati gli apripista in queste grandi collaborazioni dove il Settore Tecnico è andato con le proprie consulenze ad aiutare la crescita del giocatore e anche dello stesso allenatore, come nel caso di Vincenzo Santopadre, che non avevano la disponibilità per poter arrivare a queste grandi consulenze. C'è tanto lavoro ancora da fare. Non bisogna mai smettere di studiare, non si finisce mai di imparare. Ho la fortuna di avere persone al mio fianco che mi stanno insegnando tanto. Abbiamo bisogno di capire l'evoluzione dei big e per farlo ho una grande squadra alle spalle".