Partecipare alla Champions League è un affare che conviene

La competizione europea mette in palio un montepremi di oltre 2 miliardi di euro
Partecipare alla Champions League è un affare che conviene

Partecipare anche a una sola edizione della Uefa Champions League è un vero e proprio “affare” per i club (soprattutto se l’analisi si concentra sulle realtà di piccole e medie dimensioni). Su una stima totale di 3,25 miliardi di euro di ricavi commerciali lordi, la cifra distribuita mediamente dall’Uefa alle squadre iscritte è di 2,55 miliardi di euro, di cui 2,04 miliardi per chi partecipa alla Champions-Supercoppa e 510 milioni per i club di Europa League. L’organismo di Nyon trattiene soltanto 295 milioni di euro per coprire i costi organizzativi delle competizioni. In sintesi, i 32 club del format Champions 2020/21 si divideranno una “torta” di 1,95 miliardi.

LA SUDDIVISIONE DELLA TORTA
ll montepremi per le squadre (inserite negli otto gironi da quattro) prevede una parte fissa e una variabile: il 25% (488 milioni di euro) viene assegnato come bonus partecipazione (è diviso in parti uguali tra tutti i club); il 30% (585 milioni) è calcolato sulla base del ranking Uefa (pesano solo risultati degli ultimi 10 anni). Un ulteriore 30% (585 milioni) è in base ai risultati conquistati in campo. Il restante 15% fa parte del cosiddetto “market pool” (circa 292 milioni di euro) erogato dalla Federazione europea, considerando il valore televisivo di ciascuna squadra in ambito nazionale e il numero di partite che il club riesce a disputare Manuel Neuer, capitano del Bayern Monaco, 34 anni, alza la Champions durante il torneo. Nell’ultima edizione la “starting fee” collegata all’inserimento nella fase a gironi è stata di 15,2 milioni di euro. Per ogni vittoria, si incassano 2,7 milioni, per il pareggio 900 mila euro. Superata la fase a gironi, gli ottavi valgono 9,5 milioni di euro, i quarti 10,5 milioni e la semifinale 12 milioni.

LE FINALI UEFA 2021
Conquistare la finale 2021 (Covid permettendo, si giocherà allo stadio Atatürk Olimpiyat di Istanbul, che avrebbe dovuto ospitare l’ultimo atto del 2020) vale 15 milioni di euro. Vincerla genera ulteriori 4 milioni di ricavi. La squadra che alzerà il trofeo al cielo parteciperà di diritto alla Supercoppa europea (insieme al club vincitore della Europa League), in programma, nell’agosto 2021, al Windsor Park di Belfast (Irlanda del Nord). L’undici vincente incasserà un secondo assegno pari a 8,5 milioni di euro.

VINCERE PER GUADAGNARE
L’Uefa ha sempre lavorato per promuovere una filosofia “premiante”. Più si vince sul rettangolo di gioco più si guadagna. Una squadra che riuscisse a vincere tutti i match, dalla fase a gironi alla finale, può incassare circa 82,2 milioni di euro. Nella realtà il valore del “tesoretto” può essere anche più significativo sotto il profilo economico. Nell’ultima stagione, il Bayern Monaco ha conquistato il trofeo (2020) guadagnando più di 130 milioni (nella stagione precedente il Liverpool si era fermato a quota 111 milioni). Questo risultato è frutto dei premi (per i risultati ottenuti in campo) e della quota collegata al “market pool”. Un tesoretto distribuito in base al valore proporzionale del mercato tv di un paese, determinato, principalmente, dal numero di squadre partecipanti e dalla loro posizione in classifica (nel campionato nazionale).

PERICOLO PANDEMIA
È chiaro che lo sviluppo della pandemia potrebbe ridimensionare il business del più importante format calcistico per club europei. L’Uefa è un organismo cresciuto, negli ultimi anni, in misura esponenziale, ma anche in questo caso il perdurare dell’emergenza sanitaria rischia di impattare sui futuri ricavi (a partire dagli accordi con i network tv). Gli addetti ai lavori non escludono, infatti, una forte rimodulazione dello schema di distribuzione degli introiti destinati ai club. Non possono essere escluse operazioni di “compensazione” economica già al
termine di questa stagione, da parte delle aziende sponsor (Nissan, Sony PlayStation, Lay’s, Banco Santander, Gazprom, Mastercard, Expedia, Heineken) e dei principali broadcaster tv.

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