Per la prima volta Torino accoglie la rievocazione storica della 1000 Miglia, un grande museo viaggiante con 420 auto storiche - tutte inerenti le edizioni sportive corse tra il 1927 e il 1957 – alle quali si aggiungono 120 Ferrari. Saranno proprio le vetture del Cavallino ad aprire, alle 19,15, la passerella allestita dall’Automobile Club Torino in Piazza San Carlo martedì 11 giugno. A seguire, in ordine di anzianità, le 420 vetture storiche.
Il programma prevede l'arrivo da Brescia all’Iveco Industrial Village di strada Settimo alle 18,45. Quindi il trasferimento attraverso Barriera di Milano per la passerella lungo via Roma e l’accoglienza in piazza San Carlo. Mercoledì 13, al Palavela, la ripartenza alla volta delle Langhe, del Monferrato e quindi di Genova e Viareggio. La prima Ferrari partirà alle 5,45, mentre le storiche scatteranno alle 7,00.
Per ottenere questo arrivo di tappa, l'Automobile Club Torino ha dovuto battere le candidature di altre località e non è stato facile, neanche finanziariamente ma, spiega il presidente del sodalizio torinese, Piergiorgio Re: «la città merita l'occasione di riunire le sue anime di città del lavoro, della creatività, delle professioni, della ricerca. Un evento che riassume cultura, economia, sport e società».
Moltissimi gli equipaggi stranieri alla 1000 Miglia, provenienti da 28 Paesi del mondo. A Torino la 1000 Miglia era transitata in due occasioni, nel 1947 e nel 1948. Molti i piloti torinesi che si cimentarono nella più impegnativa corsa del mondo con più o meno successo, primo fra tutti il primo campione del mondo di Formula 1 Nino Farina. Poi Gino Munaron, i fratelli Gino e Piero Valenzano, Marino Brandoli, Pierino Avalle (che in questa competizione perse la vita), Salvatore Ammendola, Emilio Christillin (presidente dell’AC Torino dal 1970 al 2001), Carlo Mario Abate che vinse l’assoluto nell’edizione del 1959 di regolarità ripresa dopo l’interruzione per l’ incidente di De Portago. Una scuderia torinese, il Racing Club 19 vinse con Alberto Ascari l’edizione 1954 con la Lancia D24.