Duccio Castellano si definisce un curioso e anche grazie a questa caratteristica preziosa è riuscito ad avere due carriere, quasi due vite, altrettanto luminose. La prima come alto dirigente di banca in uno dei gruppi di settore più importanti d’Italia. La seconda come insegnante di tennis, percorso che l’ha portato anche alla qualifica di maestro nazionale FIT, ma soprattutto “educatore”.
Curioso e studioso, nel secondo ambito andando alla scoperta delle più importanti accademie del tennis, partendo da quella di Sanchez e Casal: «Iniziai ad appassionarmi alla figura di insegnante di tennis – ricorda – quando cercai di introdurre mia figlia nel settore mandandola a lezione da un esperto di ottima fama. Il risultato non fu però esaltante e la ragazza mi riconsegnò la racchetta dopo quattro lezioni dicendomi che quel tipo di impegno non faceva per lei. Quasi per reazione e per la voglia di capire cosa non aveva funzionato scattò nel sottoscritto la passione per l’insegnamento, dopo trascorsi da giocatore che al massimo mi avevano condotto alla categoria di C2 e a fare qualche esperienza all’estero. Tra queste ricordo un torneo Open in Costa Azzurra nel quale al 1° turno affrontai il russo Chesnokov».
Girando e documentandosi, con l’ambizione di crescere ma l’umiltà di imparare da tutti, Castellano incontrò presso l’Accademia di Sanchez e Casal e durante una vacanza-studio, il cileno Pedro Rebolledo, che lavorava in struttura. Nacque una collaborazione con altri professionisti cileni dell’Accademia.
«Intanto decisi – prosegue – di chiudere con la carriera di dirigente bancario e dopo soli tre giorni che ero a casa, a Bagnolo Piemonte, ricevetti una telefonata del presidente del Tennis Club Barge e così prese forma la mia prima esperienza come insegnante di tennis. Nel breve l’impegno diventò quadruplo, anche a Moretta, Villafranca e Vigone. Per accrescere la mia formazione nel poco tempo libero andavo ad assistere alle lezioni in alcuni dei club più importanti del Piemonte. Si presentò anche l’opportunità di gestire l’attività junior di alcune atlete di interesse nazionale ed internazionale».
La VTT nasce nel 2012 in collaborazione con altre figure professionali. Risale al 2013 l’inaugurazione dl Tennistadium e da quel momento in poi l’attività si è orientata sempre più verso la gestione delle ragazze professioniste: «Nel 2017 mi venne affidata la gestione di Camilla Rosatello, compito importante e stimolante. Sono riuscito a portarla al best ranking di n° 220 WTA con l’ingresso nel main draw di Roma passando dalle prequalificazioni. Ciò in abbinamento con la gestione di tutta la parte organizzativa della VTT. Occorre ricordare che nel 2010 era entrato a far parte della squadra Enrico Gramaglia che, lasciata l’attività agonistica, intraprese la strada dell’insegnamento».
Il progetto VTT intanto diventò sempre più assorbente: «Il sogno è quello di rendere ciò che facciamo simile a quanto viene svolto nelle più altisonanti Accademie del mondo. Credo che pensare in grande aiuti a centrare gli obiettivi. Nel frattempo la crescita di Enrico Gramaglia mi ha permesso di condurre una gestione più manageriale. La sua passione e propensione al lavoro gli hanno permesso di diventare un punto di riferimento sia tecnico che sotto il profilo gestionale. Ha fatto trasferte arricchenti come quella agli US Open e in Fed Cup e oggi è un professionista a tutto tondo al quale delego molte cose».
La filosofia di lavoro di Castellano e Gramaglia è quella di considerare i vari settori legati alla scuola tennis (bambini, agonisti e adulti) come dei veri e propri rami d’azienda: «Ogni giorno dobbiamo avere ben presente le entrate e le uscite, perché la nostra è una struttura privata che necessita di essere gestita come un’impresa a tutto tondo. Puntiamo molto sull’empatia con il cliente e sulla formazione dei giocatori del futuro, perfettamente allineati con i dettami della Federazione Italiana Tennis. L’organico della VTT oggi si compone di insegnanti di tennis, preparatori fisici, fisioterapisti, nutrizionista, osteopata, psicologa. Studiamo il mercato e analizziamo le esigenze del cliente. Siamo partiti con i corsi gratuiti per i bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni e i ritorni sono stati molto positivi. Credo e crediamo fortemente nel lavoro, per questo cerchiamo di soddisfare il cliente in toto mantenendo la struttura a disposizione per sette giorni su sette per dodici mesi l’anno. L’ultima novità è stata l’acquisto di una navetta per il trasporto dei bambini da scuola e non solo al Tennistadium, fornire loro il pranzo servito dalla gastronomia Mia di Saluzzo, farli studiare e dalle 17 farli entrare in campo per il tennis e la preparazione fisica. Un nostro punto di forza è “prima la scuola e poi l’attività motoria».
Accanto all’insegnamento alla base c’è anche molta attenzione ai primi approcci agonistici, per far accostare tutti all’agonismo in modo graduale: «Vogliamo, e qui parliamo dell’aspetto sociale del nostro impegno, dare a tutti, grandi e piccini, la possibilità di giocare. Il nostro centro possiamo definirlo una sorta di oratorio. Tra i complimenti più belli ricevuti cito sempre quello di una mamma che ci ha detto che il figlio a scuola va bene perché è motivato a venire da noi e divertirsi con lo sport».
Dietro l’angolo, nel 2023, il progetto di allargamento della struttura: «Un altro grande salto in avanti – chiude Castellano – perché ormai le richieste sono sempre maggiori e a volte non riusciamo a soddisfarle. Da un lato è fotografia della bontà del nostro lavoro, dall’altro dispiace non poter rispondere sì a tutte».
Ispirato dalla mamma 91enne e supportato dalla moglie che ne ha sempre condiviso le scelte, Castellano ed il suo staff sono pronti alle nuove sfide con il gusto innato del bello e della professionalità davanti a tutto.