Tutto è cominciato da un incontro. Da una riflessione condivisa che diventa un’idea. E poi da un’idea che diventa la forma più nobile – perchè concreta – di quella che comunemente si chiama solidarietà. È il 2017, infatti, quando Massimiliano Gosio, collaboratore dei Gators nell’ambito del loro settore Sport per il Sociale, incontra Suor Carla, che sempre a Savigliano fa parte della Congregrazione della Sacra Famiglia.
Lei è appena rientrata da un’esperienza presso le consorelle di Barbulloje, in Albania, insieme ad alcuni giovani della città. E gli dice: «In quella realtà così povera ci sarebbe tanto bisogno di animatori durante l’estate!».
Detto, ideato, fatto. In realtà ci è voluto un anno, ma quel seme era stato gettato in una terra molto fertile, visto che proprio nell’ambito di questo settore i Gators già quattro anni prima avevano istituito «una scuola per animatori sportivi, che fino a oggi ha già “sfornato” una sessantina di giovani, nella fascia d’età 15/18 anni: un progetto nato con l’obiettivo di creare figure di animatori sportivi che diventino una figura intermedia tra il “tecnico” come siamo abituati a pensarlo nel basket o in qualsiasi altra disciplina e i ragazzi a cui si rivolgono».
Educare a essere educatori, pur in giovanissima età. Questa la grande sfida e al contempo una splendida occasione per loro. Proprio a loro si è rivolto Gosio, «dopo l’incontro con suor Carla li ho convocati nel parco del castello di Racconigi e gli ho raccontato di questa opportunità: all’inizio erano un po’ titubanti, ma l’estate successiva, quella del 2018, li ho ritrovati tutti con me pronti per quella prima, pionieristica, esperienza in Albania. Con l’obiettivo di portare i frutti di quel percorso a chi era meno fortunato».
Loro sono stati i primi, «nel 2019 abbiamo replicato con alcuni di essi, perchè da Barbulloje ce l’hanno richiesto e non ce la siamo sentiti di dire di no», poi la pandemia ha giocoforza interrotto questa splendida abitudine che, nell’estate 2022, è tornata a far sorridere i bambini albanesi, che hanno finalmente potuto conoscere un nuovo gruppo di animatori. «La prima volta avevamo intenzione di autofinanziare il progetto con inziative di raccolta fondi, poi giorno dopo giorno abbiamo iniziato a poter contare sul supporto di tante realtà amiche come la Fondazione Crt, la Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano e anche la banca Crs, oltre ad aziende e anche a privati – spiega lo stesso Gosio -: sin dalla seconda edizione, inoltre, alle consuete attività ludico-ricreative sportive proposte ai ragazzi abbiamo anche aggiunti la “formazione tra pari”, con i nostri ragazzi che hanno fatto formazione ai loro coetanei, in modo che durante l’anno possano continuare a portare avanti queste attività».
Edoardo Fantini, Fabrizio Paschetta, Daniele Serra, David Boido, Danilo Crepaldi, Elisa Abalintoaie e Chiara Armando: sono loro i sette ragazzi protagonisti di questa avventura che «per undici giorni sono stati nella missione delle suore della Sacra Famiglia dividendosi tra l’attività mattutina con i bambini dell’ultimo anno della materna e delle elementari e quella pomeridiana con i ragazzi delle medie e dei primi anni di superiori: con i più piccoli le attività previste sono prettamente ludico-sportive, mentre con i più grandi oltre alla parte agonistica prevediamo anche sfide di abilità che sono sempre molto apprezzate. Naturalmente là non ci sono strutture nè attrezzature, abbiamo a disposizione un grande prato e un cortile interno della chiesa locale: ogni anno portiamo materiali e realizziamo un sussidio con le schede giochi che poi regaliamo alla missione affinchè possano utilizzarli per tutto l’anno».
Questo e molto altro è stato raccontato venerdì scorso in un incontro, ospitato nella sala “Beata Bonino” e introdotto dalla Vicaria Generale della Sacra Famiglia Suor Mariangela, organizzato alla presenza dei ragazzi, del presidente Gators Francesco Nasari, dello stesso Gosio e anche del sindaco di Savigliano Antonello Portera, dell’assessore a Politiche Sociali e Famiglie Anna Giordano, del presidente della Fondazione Crs Sergio Soave e del direttore generale della banca Crs Emanuele Regis. «Siamo molto contenti di ciò che facciamo e quando i volontari tornano vediamo nei loro occhi sempre una luce speciale, perchè si fa del bene per chi ne ha davvero bisogno»: le parole del presidente Nasari riassumono chiaramente lo spirito Gators che è fatto di agonismo e competitività sul parquet, ma allo stesso tempo è attento alla funzione sociale dello sport. E sa trasformarlo in un mezzo potente – forse il più potente – per fare del bene.
Non solo, in realtà, a chi è meno fortunato, ma anche agli stessi giovani del territorio di dodici città in cui operano i Gators, che hanno l’opportunità di vivere un percorso prima e un’esperienza poi che certamente contribuirà ad aiutarli a diventare adulti più consapevoli, più attenti, più solidali. Ma nel senso più concreto del termine.