Era il 12 febbraio 2018 quando il tecnico torinese, cuneese d’adozione, saliva per la prima volta sulla panchina biancoblù da primo allenatore, accettando la sfida di un campionato di serie B maschile con un gruppo di atleti-lavoratori. In questi 4 anni ha condotto la squadra tra le acque agitate dall’A2 prima, assistendo alla nascita dell’A3 poi e chiudendo infine con due Finali di serie A2 nella stagione conclusasi esattamente 30 giorni fa a Reggio Emilia.
Un percorso importante che coach Serniotti, grazie alla sua grande esperienza, ha saputo affrontare e gestire al fianco del Club, tenendo ampiamente fede alle dichiarazioni date alla conferenza stampa del suo primo insediamento: «Spero di dare il mio contributo, ho constatato con piacere che c’è ancora un forte entusiasmo intorno al mondo della pallavolo, anche dopo l’uscita dalla serie maggiore, la fiammella non si è spenta. Ovviamente non bastano le parole, bisogna sporcarsi le mani se si vogliono ottenere risultati, ed io dal canto mio sono qui per farlo in ciò che mi compete, in palestra al fianco dei ragazzi».
Il ringraziamento da parte della Società, la dirigenza tutta e dei collaboratori per questi anni di lavoro gomito a gomito e per quel pensiero sempre presente verso i tifosi e gli appassionati, che esprimeva la volontà di tutto il team di non deluderli mai: «Roberto ha creduto nel progetto e nella volontà di riportare Cuneo sui palcoscenici che contano – ha sottolineato Vito Venni, presidente del Club – e un passo dopo l’altro, il lavoro di tutti ha fatto sì che i biancoblù siano arrivati a giocare sia la Finale di Coppa Italia di fronte a un palazzetto al massimo della capienza consentita, che la Finale Play Off promozione. Inoltre, la stima personale si è trasformata in questi anni in un rapporto di amicizia con Roberto, persona disponibile e piacevole anche al di fuori del campo».
La piazza merita la Superlega e per raggiungerla sul campo bisogna alzare ulteriormente l’asticella in tutti i fondamentali. Le strade tra il Club e il tecnico si dividono, ma con la speranza che ci si possa ritrovare in giro per l’Italia o al palazzetto, perché la passione, quella non svanisce mai.