Si ferma con la sconfitta in finale il grande percorso della Bertram Derthona nella Frecciarossa Final Eight 2022. La formazione allenata da coach Ramondino gioca alla pari dell’Armani Exchange Milano per oltre trenta minuti, prima di subire l’allungo avversario nell’ultima frazione. Tra i riconoscimenti individuali della manifestazione, Ariel Filloy ha vinto il Premio Miglior Sesto Uomo Panasonic.
Primi minuti favorevoli a Milano, che impatta la gara con percentuali elevate nel tiro da tre punti e intensità in difesa, raggiungendo la doppia cifra di vantaggio nelle battute conclusive della frazione: al 10’ il punteggio è 25-13. Nel secondo periodo la Bertram alza il livello nella metà campo difensiva e viene guidata da Macura (11 p nel quarto) in attacco, riducendo il proprio gap fino al -8 (41-33) dell’intervallo.
Al rientro dagli spogliatoi la Bertram produce un grande sforzo per tornare ulteriormente a contatto, arrivando fino al -1 (44-43) con il canestro di Filloy. Nei minuti seguenti Milano mette a segno un mini parziale che le permette di chiudere il terzo quarto avanti 53-47. L’AX Armani Exchange prova a dare la spallata decisiva all’incontro in apertura di ultimo periodo, trovando in Melli il protagonista del parziale che vale il 70-52 del 35’. Nei minuti finali la squadra allenata da Ettore Messina controlla gli ultimi tentativi di rientro della Bertram e conquista la Coppa Italia vincendo per 78-61.
Così coach Marco Ramondino al termine della gara: «Doverosi e meritatissimi complimenti a Milano, al coaching staff e ai giocatori per avere conquistato la Coppa Italia, controllando la partita dall’inizio alla fine. Nell’arco della manifestazione l’AX Armani Exchange ha meritato il trofeo. Le nostre prestazioni nel torneo sono state buone sia dal punto di vista tecnico sia caratteriale nei primi due giorni, oggi abbiamo dato tutto come gruppo ma non è stato sufficiente contro Milano. Confrontarsi contro grandi allenatori e giocatori deve essere da stimolo per provare a migliorare. Ettore Messina è un allenatore che finirà nella Hall of Fame di Springfield e per i coach della mia generazione è un modello sotto tutti i punti di vista: c’è grande ammirazione per quello che è, ha fatto e farà per la pallacanestro. Per il tipo di squadra che siamo, è difficile estrapolare un singolo giocatore dal contesto: si percepisce una collaborazione tra i giocatori e l’assecondare i comportamenti che permettono a tutti di esprimersi. La cosa più positiva della Coppa Italia è la percezione di come andiamo via e di dove possiamo migliorare. In ottica campionato questo torneo può essere più pericoloso che positivo semplicemente da un punto di vista extra tecnico: avere raggiunto la finale alza l’asticella su di noi ed essendo neopromossi dobbiamo renderci contro del livello a cui siamo. Evitiamo la trappola di alzare le aspettative solo se torniamo in palestra con l’idea che quello che è stato fatto è tanto ma si può crescere».