MONZA- Commozione e ricordo struggente di Miguel Angel Falasca alla Candy Arena dove la Monza della pallavolo, e non solo, ha voluto tribuire l'ultimo saluto al tecnico della Saugella Monza scomparso tragicamente sabato scorso prima del ritorno in patria.
IL SALUTO DEL PRESIDENTE MAURO FABRIS-
« Un sorriso limpido e profondo, un uomo delicato e umile.Una di quelle persone che ti mettono immediatamente a tuo agio, ma che capisci subito possono anche trasmetterti tanto di positivo.Questo ricorderò di Miguel Angel Falasca. Questo ho visto in lui la prima e anche l’ultima volta che ci siamo incontrati. La prima volta fu nell’ottobre del 2017, all’Arengario, in occasione della presentazione ufficiale della stagione del Consorzio Vero Volley.
Mi parve immediatamente una persona solare, molto diretta, genuina, che non faceva pesare il suo passato e il suo palmares di giocatore, ma al contrario desiderava condividerli per insegnare il gioco meraviglioso della pallavolo. L’ultima poco più di un mese fa, a Roma, a Palazzo Chigi, nella sede del Governo italiano, per la celebrazione del triplete nelle Coppe europee conquistato dalle squadre femminili italiane.
Un successo storico della pallavolo femminile italiana a cui ha contribuito in prima persona, conquistando la Challenge Cup al primo tentativo su una panchina femminile, regalando alla Saugella Monza il suo primo trofeo europeo. Anche in quella situazione, pur in un momento di grande euforia e di giusta auto celebrazione, in un contesto estremamente prestigioso, ho apprezzato la sua semplicità, la sua modestia, l’equilibrio con cui ha preso la parola e spiegato che per lui non esistevano differenze nel guidare una squadra di pallavolo al successo, donne o uomini che fossero.
Conta il rapporto che riesci a costruire, con i singoli e la squadra, disse. Miguel Angel Falasca in poco tempo ha saputo imporre nel nostro mondo la sua personalità, elegante e umile.
E’ quello che i suoi gesti e le sue parole hanno raccontato. Nei comportamenti in campo.Nelle interviste pre e post partita.Nel cuore di chi ha condiviso l’ultima stagione sportiva con lui.
Argentino, spagnolo, italiano: un uomo del mondo, un’anima che certamente continuerà a viaggiare anche oltre la vita. La Serie A Femminile italiana, i nostri Club, le nostre campionesse, tutti i nostri tesserati e tifosi, che lui ha onorato con la sua presenza, troppo breve ma vincente da tanti punti di vista, stringono in un forte abbraccio la moglie Esther e i figli Daniel e Sara, tutti i suoi cari, Alessandra e tutta la grande famiglia del Vero Volley. Ognuno di noi ha un piccolo Pantheon nel quale siedono le persone che segnano le nostre storie. Miguel Angel Falasca entra di diritto nel piccolo grande Pantheon della pallavolo italiana, accanto a Sara Anzanello, Vigor Bovolenta, Bebeto, Sergio Guerra e ai tanti campioni che hanno reso la pallavolo uno sport sempre più amato.
E ci resterà per sempre! Arthur Ashe, tennista statunitense, una volta dichiarò: ‘I campioni sono quelli che vogliono lasciare il loro sport in condizioni migliori rispetto a quando hanno iniziato a praticarlo’. Miguel Angel Falasca è stato un campione anche in questo senso ».
IL SALUTO DI ALESSANDRA MARZARI-
«Carissimi tutti,siamo qui oggi per salutare Miguel nel suo palazzetto con le persone che gli vogliono bene e che lo porteranno nel cuore. Grazie a Esther che ci ha permesso di averlo qui con noi prima di ritornare nella sua amata Spagna. Una morte così improvvisa ci lascia senza fiato, attoniti, addolorati, con sentimenti di rabbia ma soprattutto con una sensazione di fragilità a cui solo l’amore e la vicinanza possono porre un piccolo rimedio. Facile intendere da tutti i messaggi che ci sono giunti che tipo di persona fosse Miguel Falasca: “lindo” per usare una parola spagnola, leale, equilibrato, capace, con un carattere meraviglioso. Qualità che tutto il mondo sportivo gli riconosce.
Personalmente mi piace ricordarlo prima di tutto come marito, padre e anche come amico: quante volte l’ho osservato con Esther, anche la sera prima del tragico evento, riconoscendo una coppia solida, complice, che si ama. E poi come padre, come genitore alle partite dei suoi figli (Ale, mi diceva con quel suo sorriso e quel suo accento irresistibilmente simpatico, sono stato bravissimo come genitore che dici?) o in quel momento dopo la gara quando Daniel e Sara scendevano a salutarlo. Da ultimo come amico, difficile pensarlo al palazzetto senza Daniel Lecouna con cui aveva una amicizia vera e profonda oltre che uno straordinario legame professionale. Poi lo penso come allenatore, alla contentezza che ho provato la prima volta che l’ho incontrato. Miguel mi ha aiutata a definire e cambiare il pensiero sul mio allenatore ideale. Straordinaria la sua capacità di innovare, la sua curiosità, la sua intelligenza che ci hanno permesso di lavorare con matematici, studiosi di biomeccanica, manager dello sport e molti altri specialisti. Straordinario anche il suo modo di essere leader con i suoi atleti in modo naturale, garbato, sorridente ma allo stesso tempo forte.Il suo stile gli permette di essere l’allenatore perfetto per i giovani emergenti e vi riporto le parole di uno di loro: “Era lui che mi ha messo in campo, era lui che metteva a rischio la sua testa per me e non ha mai smesso di credere, era lui il primo allenatore che rispettavo, era lui che mi ha fatto diventare una persona che crede in se stessa. Siamo tentati di scegliere la strada nera dell’oblio dopo i grandi dolori. Noi non faremo così. Lo porteremo con noi, lo penseremo, sentiremo dolorosamente tutti insieme la sua mancanza e tutti insieme ci consoleremo. Faremo delle cose con lui a cominciare dalla neonata scuola per allenatori, un progetto che tanto gli piaceva, che porterà, in accordo con Esther, il suo nome. Sarà difficile ma lo faremo perché Miguel lo merita. Alla sua bella famiglia il nostro abbraccio più forte ».