Sassuolo promuove Venco 1° allenatore

Sarà il tecnico di Under 17 ed Under 19 di Eccellenza Regionale a prendere il posto di Barbolini sulla panchina del team neroverde

SASSUOLO (MODENA)- La Green Warriors Sassuolo risolve il problema del primo allenatore promuovendo dal settore giovanile Maurizio Venco.

Tecnico di buona esperienza che vanta un curriculum importante: in modo rigorosamente cronologico, ricordiamo la sua importante avventura a Mondovì, iniziata nella stagione 2011 – 2012: in quattro anni, Coach Venco ha portato la formazione monregalese dalla B2 alla A2, successo maturato con l’80% di giocatrici cresciute “in casa”.

Dopo aver ottenuto la promozione con Mondovì, si sposta alla Lilliput SettimoTorinese e anche qui imbastisce un importante lavoro sul settore giovanile, contribuendo alle crescita di molte atlete oggi impegnate nei massimi campionati italiani. A Settimo, Venco è impegnato per la prima volta in carriera nel campionato di Serie A2 (stagione 2016 – 2017) ed ottiene la salvezza, con la maggior parte del roster formato da giovani atlete provenienti dal vivaio. Nella stagione ’17 – ’18 è sempre alla Lilliput, impegnato nel campionato di B1: qui per la prima volta la sua strada e quella di Sassuolo si incrociano, nella finale play off dove la formazione neroverde conquistò la promozione in A2.

Dopo Settimo, si sposta poi a Biella, prima in B2 e poi in B1 (2018 – 2020).

Nella stagione 2020 – 2021, Coach Venco approda infine a Sassuolo in cui ricopre il ruolo di capo allenatore delle formazioni di Under 17 ed Under 19 di Eccellenza Regionale.

LE PAROLE DI MAURIZIO VENCO-

Maurizio, cinque anni dopo l’esperienza con Settimo, torni a prendere parte al campionato di Serie A2.

« Sì sono molto contento, ma non tanto per la Serie A2 in sé – è una cosa che ho già fatto a Settimo e a me piace fare sempre cose nuove – ma piuttosto per il progetto che insieme al Presidente Borruto abbiamo deciso di portare avanti: sarà una Serie A2 collegata a tutto il sistema del settore giovanile, che lavora in sinergia totale con il giovanile e con uno staff che si occuperà dall’Under 15 fino alla Serie A tutti insieme. È quindi un nuovo modello di lavoro, un nuovo modo di pensare la pallavolo dove non è “la A2” ma dove c’è una Società che si struttura e che nell’arco di brevissimo tempo deve crescere le atlete del suo settore giovanile per portare il Serie A. Quindi più che la Serie A di per sé, mi esalta il tipo di progetto che abbiamo deciso di fare ».

Quindi quello che è sempre stato il progetto del Volley Academy Sassuolo di portare le proprie giovani atlete dal mini volley alla Serie A continua a si amplifica ulteriormente nelle prossima stagione

« Sì sì siamo orientati a quello: la mia figura non vuole essere quella dell’allenatore di Serie A e io non volevo essere l’allenatore della Serie A, ma la figura di chi costruisce tutta la filiera. Quindi allenerò la Serie A, ma sarò anche con la Serie B e via a scendere con lo stesso staff utilizzando – per quanto possibile – il medesimo metodo di lavoro. Stiamo facendo anche uno studio con i nostri allenatori per capire – a livello psicologico – come impostare la mente durante l’allenamento: quindi non fare solo bagher, palleggio e via dicendo ma anche capire di che tipo di supporto ha bisogno ogni ruolo. Stiamo quindi improntando un approccio incentrato non solo sul lavoro da fare ma anche sul metodo con cui fare questo lavoro. L’idea è quella di arrivare ad avere nel giro di due anni una filiera che mandi continuamente atleti in Serie A, “costruendoli” in casa con una mentalità che è solo la nostra ».

 Senza scendere in tema in news di mercato, che tipo di squadra stiamo costruendo?

« Carmelo ed io siamo stati subito d’accordo sul fatto che – per quanto possibili – andava salvaguardata la squadra di quest’anno non tanto per il risultato raggiunto, eccezionale ma frutto di tanti fattori che possono cambiare di stagione in stagione. La continuità è importante e secondo me era importante mantenere la mentalità di alcune delle ragazze. Altro aspetto per me fondamentale è l’attaccamento alla maglia: per me la maglia è una malattia, me l’hanno insegnato fin da ragazzino e quando mi metto una maglia, per quella maglia farei qualsiasi cosa. Così è stato anche per alcune delle protagoniste di questa stagione che – nonostante alcune sirene di mercato – hanno scelto di rimanere proprio per l’attaccamento alla Società, al Presidente e al progetto che qui gli è stato offerto e questa non è una cosa banale. Questa per me era la cosa più importante: non possiamo ancora dire che squadra faremo, però posso dire che alcune ragazze della stagione appena conclusa rimarranno e questa penso sia una cosa eccezionale ».

 

Quindi, per riassumere, esperienza, gioventù, voglia di fare bene e sana follia potrebbero essere gli ingredienti della nuova Green Warriors.

« Sì assolutamente! Più che di sana follia parlerei di “capacità di resistere”: dobbiamo costruire – in tutte – una mentalità che porti, sempre, a stare lì e a vendere cara la pelle con coraggio, che è quello che dico sempre: se si vuole fare bene, bisogna avere il coraggio di tirare i colpi, anche con un po’ di sana spregiudicatezza, senza stare lì a pensare agli errori. Noi abbiamo bisogno di essere appunto spensierati e pazzerelli, ma sempre con una voglia di resistere importante ».

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