VIBO VALENTIA- Mimmo Cavaccini ha deciso di rimettersi in gioco. Lascia Cisterna e la Superlega per sposare il progetto del presidente Pippo Callipo firmando un contratto che lo lega a Vibo Valentia per la prossima stagione agonistica. Sarà lui il pilastro difensivo nella stagione che nelle intenzioni della società giallorossa dovrà essere quello del ritorno nel massimo campionato.
LA CARRIERA-
Reduce da cinque stagioni consecutive in SuperLega, le ultime tre con la casacca della Top Volley Cisterna Latina e le due precedenti con quella della BCC Castelllana Grotte, il libero campano natio di Salerno, 178 centimetri e 35 anni compiuti lo scorso 13 marzo, inizia la sua carriera nel 2005, con il club Pallavolo San Marzano, una squadra pugliese di Serie C in provincia di Taranto dove resta per due stagioni, per poi proseguire con Pallavolo Marigliano (2008–2009) e Virtus Potenza (2009-2010) in Serie B2.
Nelle due stagioni successive con la compagine potentina milita nel torneo di Serie B1 per difendere successivamente i colori Sidigas Hs Atripalda Avellino (2012–2013) nel suo primo campionato di Serie A2, dove conquista la Coppa Italia di categoria nella finale disputata il 30 dicembre 2012 al Mediolanum Forum di Assago superando a sorpresa in quattro parziali la corazzata Gherardi SVI Città di Castello, alla prima sconfitta stagionale dopo 13 vittorie consecutive tra campionato e Coppa, contribuendo alla conquista del trofeo per la prima volta nella sua storia della società irpina. Ritorna per altre tre stagioni in Serie B1 per difendere i colori di Pallavolo Olbia (2013-2014) e Monini Spoleto (2014-2015 e 2015-2016) con cui al termine della stagione 2015-16 conquista la promozione in Serie A2.
Il resto è storia con due stagioni in Superlega con la BCC Castellana Grotte, dove ha totalizzato 52 gare e 195 set, e una media di percentuale perfetta in ricezione del 34.5% e le ultime tre con la Top Volley Cisterna Latina, con 63 “gettoni di presenza”, 245 set all’attivo, ed una percentuale di ricezione perfetta del 26.3%. In Superlega, sono complessivamente 115 i match disputati e 440 i set giocati, con una percentuale di ricezione del 30.4.
LE PAROLE DI DOMENICO CAVACCINI-
«Ho accettato la sfida di Vibo senza esitazioni, infatti la trattativa è durata molto poco. Essendo una persona combattiva per carattere sono stato attratto dal fatto che la Società di Vibo ha dimostrato con sicurezza di voler fare di questa sfida qualcosa di serio per cui lottare».
Cavaccini può senz’altro essere definito un ‘uomo del Sud’ capace di poter interpretare al meglio le ambizioni e le passioni della piazza vibonese:
«Essere un ‘uomo del Sud’ mi ha sempre aiutato in tutte le situazioni professionali che ho dovuto affrontare nel corso della mia carriera. Naturalmente desideravo tornare a giocare al Sud e ho avuto la fortuna di essere accolto in una piazza tra le più calde e passionali».
Numeri alla mano, l’esperto libero natio di Salerno possiede sia qualità tecniche, agonistiche ed uno spessore umano notevole da infondere al team vibonese: «L’apporto che posso dare al gruppo lo scopriremo nel corso del tragitto e sarà interessante sapere cosa diranno a tal proposito le persone che avranno a che fare con me. Amo dare il mio contributo non solo in partita, ma nella quotidianità che per noi è fatta di palestra e allenamenti. Mi piace costruire la mia posizione all’interno dello spogliatoio giorno per giorno attraverso la condivisione del tempo e lo stare insieme ai compagni di squadra, alla Società e ai tifosi».
Dopo tanti tanti trascorsi sui taraflex italiani, Domenico Cavaccini riesce a gestire al meglio, nel periodo che va da agosto a maggio, la sua settimana lavorativa in palestra:
«Le mie giornate sono scandite dai ritmi degli allenamenti e dagli impegni agonistici. Tutto ruota intorno alle direttive del Club. Mi piace molto vivere la palestra, allenarmi e credo molto nella teoria del lavoro in quanto sono convinto che prepararsi bene porti a giocare una buona partita la domenica».
Il nuovo giocatore della seconda linea giallorossa ci svela anche una curiosità personale:
«Non ricerco tanti rituali nel pre-partita perché non sono particolarmente scaramantico. Una delle cose che faccio da anni è toccarmi la punta dei piedi quando viene pronunciato il mio nome alla chiamata dello starting six».