REGGIO EMILIA- Prosegue il cammino comune fra il regista Riccardo Pinelli e la Conad Reggio Emilia. Mister Mastrangelo, che ha già allenato il giocatore in due occasioni, lo ha fortemente voluto alla guida del gioco della squadra emiliana.
LE PAROLE DI RICCARDO PINELLI-
«Si vive di sfide e questa sarà ancora più avvincente. Bisogna sempre rimettersi in gioco dopo un anno turbolento. Il prossimo campionato sarà davvero tosto – ha considerato Pinelli, citando Siena, Bergamo, Castellana Grotte come tra le formazioni già più attrezzate, cui si aggiungono per la stagione a venire anche Taranto e Cuneo- entrambe con una storia importante nella pallavolo italiana». Nell’animo dell’atleta modenese però non c’è spazio per il timore.
«L’unica cosa che può e deve rimanere dopo stagioni complicate come la scorsa, è l’esperienza. Adesso si riparte. Ho fiducia nelle scelte fatte dalla società e dal coach nella creazione del roster, creare affiatamento tra di noi sarà fondamentale».
Pinelli raggiunge ormai quota dieci anni di esperienza in serie A, con l’esordio nel 2010 al Club Italia Aeronautica Militare Roma. La sua strada si è già incrociata con quella di coach Mastrangelo quattro anni dopo, con la Domar Matera, e poi di nuovo nel 2015/16 alla Tonno Callipo di Vibo Valentia.
«Avere Mastrangelo come allenatore è stato un forte incentivo. Abbiamo già lavorato insieme molto bene, tra noi c’è grande stima reciproca».
LE PAROLE DI VINCENZO MASTRANGELO-
«Pinelli per me è una certezza. E’ un giocatore di tutto valore che sicuramente è cresciuto ancora in questi anni, avendo fatto anche una stagione in Superlega (2018/19, con la Calzedonia Verona). Puntare sulla sua voglia di fare bene è un’ottima scelta, dopo un anno che non è stato dei migliori».
Non è la prima volta in realtà che, nelle dichiarazioni rilasciate dagli atleti, coach Mastrangelo figuri come ‘incentivo’ a partire col piede giusto.
«Sono molto orgoglioso e felice che, oltre alla serietà di Volley Tricolore, gli atleti riconoscano anche il mio valore di allenatore. Vuol dire che qualcosa, in questi anni e nella mia carriera, l’ho lasciato. Ora, in base al gruppo che avremo, decideremo come modulare il lavoro, tenendo anche conto del lungo periodo di fermo da cui stanno uscendo i ragazzi».