"Dal minivolley alla A, sempre Grottazzolina": parla il capitano Vecchi

L'impatto con la Superlega e non solo: "Non mi sono fatto trasportare dall'emozione del momento"
"Dal minivolley alla A, sempre Grottazzolina": parla il capitano Vecchi© FIORENZO GALBIATI

TORINO - Dalla culla alla Superlega, sempre con la maglia di Grottazzolina. Riccardo Vecchi ha raggiunto il massimo campionato italiano vestendo sempre una sola maglia, quella della compagine marchigiana che la scorsa stagione ha conquistato per la prima volta il pass per “l’Nba” della pallavolo. Riccardo ha 28 anni, è nato a Montappone, ma vive in città ed è il capitano della squadra. Un ruolo centrale nella sua carriera lo ha avuto il tecnico Massimiliano Ortenzi che lo allena sin dalle giovanili, poi in B2, in B1, in A3 e in A2. Riccardo è uno dei ragazzi del tecnico che alla prima di campionato, contro Modena, lo ha mandato in campo per qualche rotazione in modo da coronare il sogno di quando era bambino. Quest’anno ricopre il ruolo di secondo libero e di schiacciatore. In città è una bandiera della storia di questo sodalizio, che una volta conoscevamo con il nome di Videx e oggi Yuasa Battery. Quando andava a scuola Vecchi si alternava tra banchi di scuola e allenamenti, ora che è laureato alterna il suo lavoro di consulente per la sicurezza sul lavoro agli allenamenti.

L'esordio in Superlega

Vecchi, che sensazione ha provato ad esordire in Superlega? «È stato bellissimo fare l’esordio in un palazzetto così importante. È un momento che porterà dentro di me per tutta la vita. Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me. Ho iniziato a 10 anni con il Montegiorgio e ho proseguito sempre in questa società che si è trasformata nel tempo fino a diventare M&G».

Com’è stato l’impatto con la Superlega? «Ci rendiamo conto che è dura. In queste tre giornate ci siamo confrontati con un livello altissimo. Possiamo dire che è un altro mondo. Non è un caso che per tutti sia l’Nba del volley. Io non mi sono fatto trasportare dall’emozione del momento. Però un po’ di brivido nella schiena c’è stato. Trovarsi a giocare con persone che vanno alle Olimpiadi, che hanno vinto Mondiali, è una cosa tosta. Giocatori come De Cecco e Stankovic sono miti per chi ama la pallavolo. Poi dentro il campo non lo senti perché sei preso dal gioco. Ora il primo pensiero di tutti noi è la salvezza. Sappiamo che tutte le neopromosse faticano tantissimo e negli ultimi anni non sono riuscite a mantenere la categoria».

Gli obiettivi di Vecchi

Salvarsi sarebbe il più bel regalo per il suo percorso in maglia M&G? «Sarebbe importante perché credo che Grottazzolina se lo meriti. Per la passione, per l’organizzazione e per i sacrifici che fa la società per stare in questa serie. E poi in città è la realtà sportiva più importante. Il calcio è in Prima Categoria. Quando si cammina per le strade, a Grottazzolina, le persone si dividono in cittadini e pallavolisti».

Personalmente cosa si aspetta da questa stagione? «Ora il piacere più grande è ritrovare tanti ragazzi con cui ho giocato quando ero nelle giovanili. Io ho fatto un solo colleggiale in nazionale a 18 anni. Con me c’era Simone Giannelli che in quell’occasione fu chiamato per raggiungere i più grandi. E da quel giorno iniziò la sua carriera strepitosa. Io contro di lui ho giocato cinque finali nazionali giovanili. Una volta ho vinto io».

Come vede la corsa salvezza? «La classifica di oggi ci dice che la corsa è apertissima. Monza e Modena hanno meno punti di Taranto e Padova. Ci aspettano queste due sfide importantissime. Ma le affrontiamo con due infortuni pesanti, quelli dello schiacciatore Michele Fedrizzi e dell’opposto Dusan Petkovic. Dobbiamo stringere i denti».

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