Ritrovare la qualità azzurra. La Nazionale ha chiuso domenica la seconda tappa (piace dire week al giorno d’oggi) di Volley Nations League con una sconfi tta contro la temibile Polonia. Una battuta d’arresto al termine di una settimana in cui il commissario tecnico, Ferdinando De Giorgi, ha riavuto a disposizione dieci atleti del gruppo che hanno vinto il Mondiale. Il bilancio di questa settimana diventa quindi importante in vista di un’estate lunghissima con tanti appuntamenti di peso: Europeo in casa e qualifi cazioni olimpiche.
De Giorgi, quali sono le sue valutazioni sul cammino degli azzurri in VNL?
«La VNL è un torneo che va sempre visto nella sua complessità. Siamo reduci da una settimana che per noi era importante, perché rientravano in gruppo i ragazzi del Mondiale. E il bilancio è positivo con molte sensazioni positive. Ho visto cose buone e altre che richiedono lavoro e ulteriori verifiche».
Dalla partita con la Polonia si aspettava qualcosa di più?
«È stata un assaggio, un po’ amaro, di quello che ci aspetta in questa estate. Loro sono partiti fortissimi, imponendo un ritmo altissimo. Ce lo aspettavamo e sarà sempre così in futuro. È il destino delle squadre che vincono molto. Nel primo set sono stati incontenibili, nel secondo è stata ottima la nostra reazione ma non siamo stati abbastanza lucidi e precisi nello sfruttare le occasioni che ci hanno offerto. Mi è spiaciuto non sfruttare meglio i dettagli. La possiamo vedere come una partita che ci ha dato messaggi importanti, su cosa ancora ci manca e su cosa dobbiamo lavorare».
È questa la qualità che è mancata e di cui ha parlato a caldo?
«A questo livello conta essere pronti sui dettagli e dare continuità al proprio gioco. Però è fisiologico che un gruppo, appena tornato a lavorare, incontri qualche diffi coltà ad essere fluido e trovare il giusto ritmo».
Lei ha costruito il suo gruppo sulla fiducia nei giovani. Una scommessa vinta alla grande. Ora quella scommessa continua. Con quali aspettative?
«Nessuna aspettativa in particolare, ma la conferma del la volontà di dare continuità agli innesti. Anche in questa VNL sono cinque i giovani atleti che hanno esordito. Il messaggio a tutto il movimento è che le porte sono aperte. Quello che cerchiamo è entusiasmo, voglia di esserci e il piacere di mettersi in gioco. Tutti i nuovi sono su questa lunghezza d’onda e hanno confermato le cose buone messe in mostra in SuperLega».
La VNL è la migliore palestra per testare gli esordienti?
«La VNL ha una sua natura, direi strutturale, che favorisce questa logica. Qui si lavora con un gruppo allargato, a trenta atleti, e con la necessità di fare corpose rotazioni. Però non mi piace parlare di Nazionale A e Nazionale B».
Il calendario è sempre più fitto. Ora la FIVB ha annunciato una cadenza a due anni del Mondiale. Lei cosa ne pensa?
«Sono legato all’idea del Mondiale ogni quattro anni, perché ho vissuto quell’esperienza e so quale carico di attese ci sia e quanto sia importante una manifestazione che si gioca, con le migliori squadre, ogni quattro anni. Non è forse così per le Olimpiadi? Non conosco le motivazioni che hanno spinto FIVB in questa direzione. Quindi sospendo il giudizio. Resto legato a un’idea di programmazione da realizzare in un quadriennio che rischia di saltare. Penso anche ai giocatori che non si fermano più. Sono io che devo impormi di dare a chi è stato più impegnato un periodo di stacco. Per farli rifiatare».
Come tecnico quindi è una situazione che la limita nel suo lavoro?
«Come tecnico mi sento costretto a non pensare solo ai miei obiettivi. Sono io che devo ritagliare dal mio programma almeno una decina di giorni per gli atleti più sollecitati. Per dare loro la possibilità di fermarsi».
Nella terza tappa di VNL, dal 4 di luglio, che Italia sarà?
«Quella azzurra è una squadra in cammino, che dovrà sfruttare ogni esperienza per crescere. Noi ci concentriamo sull’oggi, a siamo anche consapevoli che ci aspetta una settimana decisiva dove incontreremo tre delle formazioni più in forma di questa competizione: Brasile, Slovenia e Giappone. Sarà importante arrivare con la giusta concentrazione».