TORINO - Trento, il verdetto è giusto. Ieri l’Itas ha conquistato lo scudetto battendo in maniera netta Civitanova. Si tratta del quinto tricolore a poco più di otto anni dall’ultima volta (il 12 maggio 2015, in quel caso a Modena) il Club gialloblù ha quindi riscritto il suo nome nell’albo d’oro del campionato più bello e difficile del mondo e lo ha fatto con pieno merito, superando nell’ultimo atto del torneo quella Cucine Lube Civitanova che aveva tenuto sulle proprie maglie il tricolore dal 2019 ad oggi, per tre edizioni consecutive della SuperLega. La festa per la vittoria del ventesimo trofeo del palmares societario è scattata ieri al termine di una gara 5 di finale che ha visto la squadra di Lorenzetti capitalizzare la seconda di due occasioni per chiudere il conto nella serie. Dopo una gara 4 in affanno, i gialloblù alla BLM Group Arena sono tornati a dominare la scena, mettendo all’angolo gli avversari sin dai primi scambi come era accaduto in gara 3 e dimostrando di avere grande tenuta mentale anche quando la Cucine Lube ha provato a reagire facendosi minacciosamente sotto. E’ stata di fatto questa la storia ognuno dei tre set, con i gialloblù incisivi in tutti i fondamentali di break point (10 muri, 9 ace, 39% in contrattacco) e pronti a rintuzzare i tentativi di rimonta avversari. Ma con un trio di palla alta così ispirato (Michieletto 17 punti con 3 muri, Kaziyski 13 con 3 ace ed un muro, Lavia 11 con il 53% a rete, due muri e due battute punto) non c’era davvero possibilità di replicare sino in fondo.
LE RAGIONI
Per questo il verdetto è giusto. Ma non solo. È un verdetto giusto per la crescita della squadra in questi anni (due finali perse di fila in Champions League). È giusto per il rendimento costante in questo campionato, mentre Civitanova ha vissuto di pesanti alti e bassi. È giusto per Angelo Lorenzetti che aveva aperto la sua esperienza trentina portando la squadra a vincere il titolo di campione del mondo per club, ed ora se Neva dopo aver vinto lo scudetto. Così il campionato più ricco di sorprese che si ricordi, ha emesso il verdetto più giusto. Anche perché Perugia è crollata quando era ora di raccogliere i frutti. Ma la capacità di sfruttare le grandi occasioni è il segno della maturità dell’Itas e certifica il merito di questo scudetto.