A 71 anni Julio Velasco non ha ancora smesso di aver fame di volley. Sta quI la ragione che spiega la nuova discesa in campo. Il tecnico argentino, guru e maestro della generazione dei fenomeni, riparte da Busto Arsizio in A1 femminile, con l’idea ambiziosa di prendere delle giovani promesse e farne una squadra. Un accordo per tre anni con una squadra del campionato femminile, molto lontano dalle sue esperienze più vincenti. Perché?
«Ho bisogno di cose nuove, è sempre è stato così. L’unica volta che ho fatto 8 anni in una stessa situazione stato con la la nazionale italiana maschile ma per ovvi motivi. Successivamente sono sempre stato al massimo periodi di quattro anni. Quando si raggiunge una certo periodo della vita si ha sempre più necessità di esperienze nuove perché per mantenere il cervello giovane serve fare cose diverse».
LA VISIONE
La pallavolo femminile non è così sconosciuta a Velasco che, invece, rivendica un interesse costante: «Andai nel 1997 a guidare la nazionale femminile, quando in quel movimento non ci credeva proprio nessuno, e quando dico proprio nessuno intendo nessuno.E poi tutto quello che è successo in nazionale e anche tra i club ha fatto sì che oggi il movimento femminile non sia più la sorella minore della pallavolo maschile, anzi. L’immagine della pallavolo ora, per la prima volta nella storia, è donna». Velasco riparte con la solita voglia di portare novità e salti di qualità dove arriva. Un novello Re Mida pronto a trasformare in oro (e la salvezza sarebbe già oro per Busto Arsizio) tutto quello che tocca.