TORINO - Piacenza ora fa paura. Il modo disarmante in cui ha condotto la Final Four di Coppa Italia e le difficoltà delle sue avversarie a stare al passo cambiano il quadro della seconda parte di stagione. Piacenza ieri ha alzato il suo primo trofeo al termine di due partite largamente dominante. E dominate con le due squadre, finora, più forti della Superlega. Solo Perugia ha opposto resistenza vera nel primo set. Ma è la stessa Perugia che nella prima parte di stagione ha fatto tremare il mondo. Trento , in finale, è stata ancora più impalpabile e nel naufragio di ieri si è salvato solo Matej Kaziyski, vecchio per l’anagrafe con i suoi 38 anni, ma non sul campo con i suoi 21 punti. Dall’altra parte della rete si è vista una squadra finalmente compiuta, anche perché finalmente al completo. In campo al PalaEur di Roma c’erano Lucarelli, Leal, Simon e Romanò, Brizard a fare sfoggio del loro enorme potenziale. Yoandy Leal, recuperato all’ultimo, è al settimo cielo: «Godiamoci questo momento e poi penseremo al campionato senza pressione, perché non ne abbiamo bisogno. Il valore di questa squadra è alto, lo abbiamo dimostrato».
LA SCOMMESSA
Un ruolo decisivo è stato quello del tecnico Massimo Botti, chiamato a sostituire in corsa Mister Secolo Lorenzo Bernardi. Figura pagata ma anche determinata che ha saputo dare compattezza allo spogliatoio. È lui il vero vincitore della scommessa Piacenza: «E’ il secondo trofeo che porto in Società, prima la Coppa Italia di A2 ora questa di SuperLega, non posso che essere contento. Avevamo voglia di questa vittoria, abbiamo preparato al meglio le due gare e alla fine siamo riusciti a portare a casa ciò che volevamo». Ora si apre la corsa verso lo scudetto e Piacenza ci arriva con una nuova consapevolezza e un gruppo compattato. Forse la dirigenza potrebbe pensare di continuare con Botti anche la prossima stagione visto che ha saputo “gasare” questa Piacenza.