Il fattore umano di Perugia

La svolta vincente di Perugia è di tutto il gruppo ma porta le firme del tecnico Andrea Anastasi e del palleggiatore Simone Giannelli

TORINO - La svolta vincente di Perugia ha nomi e cognomi. Certo quella del Mondiale per Club è una vittoria di tutto il gruppo, che ha trovato, in questo inizio di stagione, quella quadratura mentale e quell’orientamento alla vittoria che in passato erano mancati per una congerie di fattori. Tuttavia in questo gruppo vincente si stagliano due figure che si sono rivelate decisive nel favorire il salto di qualità. Si tratta del tecnico Andrea Anastasi e del palleggiatore Simone Giannelli. Anastasi è arrivato alla Sir con un grande bagaglio di esperienza, prima come giocatore e poi come allenatore in giro per il mondo. Il mandato era evidente: prendere una lista di campioni e farne una squadra superando tutti i blocchi che avevano impedito a chi lo aveva preceduto di raggiungere i traguardi ambiziosi fissati dalla società. Anastasi ha lavorato sugli equilibri dello spogliatoio, ha dato spazio a tutti, ha chiesto di focalizzarsi sulle cose da migliorare. La bravura del tecnico è stata nel sapere portare calma in un gruppo che tendeva a sbandare al primo vero ostacolo. Dalla sua ha avuto l’immesso talento dei singoli e la vittoria nella finale di Supercoppa italiana che ha liberato la squadra dai suoi fantasmi. Si è visto anche a Betim quando, in finale, Trento è partita forte. Anastasi ha cercato i correttivi per rispondere ma è stato aiutato da una squadra che non si è scomposta.

IL SALTO IN AVANTI

Decisivo Simone Giannelli che è nato con le doti del campione ma in questi due anni ha raggiunto un livello di maturità che lo pone tra i migliori al mondo. L’argento olimpico conquistato, quando era giovanissimo, non era bastato. Anzi la rincorsa alla vittoria, sia in Nazionale che a Trento, aveva lasciato più frustrazione che altro. La nuova stagione di Giannelli è legata a filo doppio al nuovo corso della Nazionale. Nei disegni di Ferdinando De Giorgi Giannelli è diventato un diamante attorno a cui aggregare un gruppo di giovani di belle speranze. La reazione è riuscita e la giovane Italia ha conquistato l’Europeo e poi il Mondiale. Due successi che hanno dato al palleggiatore azzurro quello che ancora gli mancava per completare l’enorme talento: consapevolezza e controllo del match. Doti che solo un leader può trasmettere ad un gruppo. Così il fattore umano ha plasmato il nuovo volto di Perugia. Ed ora l’obiettivo diventa prendersi anche la Champions League.

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