TORINO – Il caro energia morde. Vale per le famiglie che si preparano a vivere un inverno difficile e vale per il mondo dello sport che deve fare i conti con l’esplosione di costi per le forniture energetiche. Così è per le piscine, per i palazzetti che ospiteranno i campionati di pallavolo e basket e per tutta l’attività, quella che poi per qualche imperscrutabile disegno divino ci porta in dote i successi mondiali che fanno sventolare il tricolore nel mondo. Questo è e non si può cambiare il corso della storia. Viviamo in un epoca in cui i dividendi della pace sono finiti e chi ha fornito alle nostre società energia a prezzi molto bassi ha detto stop. C’è un disegno geopoltico, uno scontro tra i mondi? Forse sì, ma non cambia il fatto che tutti debbano trovare soluzioni per fare fronte a questa nuova realtà. E nell’attesa si chiede alle famiglie, giustamente, di ridurre i consumi nelle ore di punta. Le Leghe di pallavolo e basket hanno lanciato un appello e chiedono interventi di sostegno: « Molte nostre Società negli anni hanno cercato di adeguare gli impianti, modificando luci e sistemi termici per abbattere al minimo i consumi – si legge nl comunicato - Ma nemmeno nei palasport più “green” si riuscirà a contenere a sufficienza il peso delle bollette, macigni per i Club che devono illuminare e riscaldare strutture forzatamente enormi. Se i costi sono forse affrontabili nelle giornate di incasso, diventano semplicemente folli nella gestione settimanale. Per questo abbiamo davvero bisogno dell’aiuto del Governo a sostegno della nostra attività». L’Unione europea sta allestendo un piano di sostegno alle economie europee ma questa potrebbe essere l’occasione per rivedere alcune pratiche degli ultimi anni. Forse bisognerebbe tornare allo spirito del 1972, quello dell’austerity, quando si riscoprirono le biciclette e gli spettacoli serali, anche quelli televisivi, furono anticipati mandando tutti a letto molto prima. Riportare la programmazione del weekend a ore pomeridiane potrebbe essere un’idea, nell’attesa di superare la bufera.