ROMA-Continua la polemica a distanza fra le Leghe e la Federazione Italiana Pallavolo. Alla nota di ieri della Fipav ha risposto oggi il dimissionario presidente Mauro Fabris ed i toni della reazione non sono stati concilianti.
Fabris ci ha tenuto a sottolineare innanzitutto che il comma 5 dell’articolo 11 ter e il comma 7 dell’articolo 13 dello Statuto di Lega stabiliscono che “qualora sia venuta meno la maggioranza del Consiglio di Amministrazione, o lo stesso sia decaduto per dimissioni del Presidente, […] l’Assemblea elettiva […] è convocata dal Presidente in regime di prorogatio […] e Presidente con il CdA rimangono in carica in regime di prorogatio con poteri di ordinaria amministrazione sino all’insediamento dei nuovi eletti”.
In altre parole « Il Presidente, insomma – dichiara Fabris -, resta in carica fino all’Assemblea elettiva, già fissata per il prossimo 12 giugno. La Federazione abbia perciò solo ancora un po’ di pazienza ».
« Non si comprende comunque il fondamento e la ragione del rilievo che la Federazione prova a fare sulla legittimazione ad operare del Presidente, peraltro non tesserato FIPAV, della Lega Femminile, che rimane un Consorzio privato di Società, con propri organi di controllo interno e con Società in grado di autotutelarsi ».
« Va sottolineato inoltre come, insieme al Presidente Mosna, non abbiamo scritto al Ministro Spadafora e ieri – informo la FIPAV – anche al Presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli, in ‘rappresentanza della pallavolo italiana, nonché per la gestione e organizzazione della stessa’, come temono i preoccupatissimi vertici federali. Ci siamo sentiti unicamente in dovere di esporre al Ministro e al Presidente Cozzoli, per quanto mi riguarda anche in base al mandato pieno dell’Assemblea dei Club e del CdA, le difficoltà, gli enormi danni e i timori che le nostre Società, soggetti privati, sostenute da imprenditori che non vivono di contributi pubblici come la Federazione, avvertono dopo la tragedia del Covid-19. E abbiamo chiesto un incontro agli stessi perché la nostra Federazione, differentemente da altre che hanno voluto le Leghe al proprio fianco, ci ha escluso dal confronto con il Governo per discutere dei danni e possibili aiuti al movimento. Trovo dunque veramente spropositato, degno di altri tempi e mondi, il richiamo federale ‘a comprendere ed interpretare correttamente i diversi ruoli istituzionali’. Non c’è stata alcuna ingerenza in ruoli non nostri! Semplicemente, come stanno facendo migliaia di organizzazioni di imprenditori, associazioni, consorzi, in piena pandemia e conseguente disastro economico, abbiamo scritto al nostro Governo chiedendo aiuto. Dov’è il reato? Non siamo in caserma, con gerarchie, ordine e disciplina da rispettare. Siamo in un Paese democratico. In ogni caso rappresentatività, autorevolezza e prestigio non si impongono. Si meritano ».
« Spero infine – conclude Fabris -, che in FIPAV si torni presto a confrontarsi seriamente, come fatto sino a poche settimane fa, sui problemi che i nostri Club, vanto e vetrina di tutto lo splendido movimento di base della pallavolo italiana, stanno vivendo. La Lega Femminile di Serie A, con il suo Presidente dimissionario, rimane sempre disponibile ».