Sinner, ci risiamo: gli attacchi populisti e le lamentele dei tuttologi

Jannik costretto a rinunciare alle Olimpiadi di Parigi: un ritiro che oscura la viglia della spedizione azzurra

Questa fa male. E molto. Perché Jannik Sinner era uno dei più attesi, forse più di ogni altro campione azzurro ai Giochi. Perché si credeva (e crediamo ancora, comunque), che il barone de Morpurgo 100 anni dopo potesse avere eredi sul podio ai Giochi. Perché comunque un ritiro così importante toglie attenzione alla vigilia di un’Olimpiade da non perdere con l’Italia più grande di sempre, di sicuro in termini partecipativi (ora 402) e probabilmente anche di allori. Perché, soprattutto, è partita la sequela di lamentele, di acidi commenti tuttologi sui social e non solo. Dita puntate al nulla. Del resto un motivo forse c’è. Gli attacchi populisti a Sinner erano cominciati proprio dopo la sua scelta di rinunciare ai Giochi di Tokyo 2021. Lui appena ventenne l’aveva spiegata: «La decisione, dolorosa, è stata dettata dal fatto che non ho giocato il mio miglior tennis durante gli ultimi tornei e devo concentrarmi sulla mia crescita. Ho bisogno di questo tempo per lavorare sul mio gioco, l’obiettivo è diventare un miglior giocatore in campo e fuori».

Non se ne curi e si curi

Nemmeno il Coni era rimasto contento. E il caos, sciocco, si era scatenato dopo la rinuncia di Sinner al playoff di Davis per andare alle Finals. Accusa di poca italianità, persino. Nell’incapacità di cogliere che in questi casi parliamo di sport individuale e di campioni che sono aziende, con dipendenti peraltro. E nel tennis tutti lo dicono, gli appuntamenti chiave sono altri. L’Olimpiade è una ciliegina quadriennale sulla torta. E comunque se prima di Tokyo era stata scelta, qui c’è un parere medico. E non vale che qualcuno dica: “ma alle Olimpiadi si va anche zoppi”, significa non voler guardare la realtà dell’iperprofessionismo. Questa fa male, piuttosto, perché segnala una certa fragilità di Jannik. E magari dovrebbe imporre riflessione al ragazzo che ha appena smesso di crescere e si è caricato di tanto lavoro perché ha bisogno di essere al 100% per esprimere il suo tennis esplosivo. Jannik, è sicuro, c’era rimasto male per le critiche ricevute in passato. Stavolta non se ne curi e si curi. Che al primo trionfo i critici saranno tutti sdraiati ai suoi piedi. E gli appassionati esulteranno come e più di prima.

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