Khelif, lacrime e sfogo per il caso Carini: altra vittoria e medaglia sicura

La contestata pugile algerina ha spazzato via l'atleta ungherese col punteggio di 5-0: ecco le sue parole
Khelif, lacrime e sfogo per il caso Carini: altra vittoria e medaglia sicura

"È una questione di dignità e onore per ogni donna": lo ha detto, piangendo a dirotto, Imane Khelif, dopo la vittoria ai punti per verdetto unanime nei quarti del pugilato a Parigi 2024. "Tutto il popolo arabo mi conosce da anni - ha aggiunto la pugilatrice algerina, al centro delle polemiche per i suoi livelli di testosterone -. Per anni ho fatto boxe nelle competizioni della federazione internazionale, loro sono stati ingiusti con me. Ma io ho Dio". L’atleta algerina ha continuato a piangere anche in zona mista, parlando davanti alle tv e successivamente ai media algerini. Non ha invece voluto fermarsi a parlare con i media internazionali, prendendo la via degli spogliatoi accompagnata dal suo team.

Le parole della Hamori

"Desidero augurare buona fortuna alla mia avversaria e alle altre concorrenti per le finali. Ringrazio il mio coach e la squadra ungherese, la mia famiglia e tutti quelli che mi hanno supportato”. Così Anna Luka Hamori, la pugile ungherese oggi sconfitta dall’algerina Imane Khelif, al centro delle polemiche per i livelli alti di testosterone. “Penso sia stato un buon match, sono molto orgogliosa di come ho combattuto e sono riconoscente di essere qui. È stato un buon torneo per me, questo era il mio sogno e sono molto felice”, ha aggiunto in zona mista parlando con i giornalisti. "No, non abbiamo ricevuto pressioni per non combattere". Così Balazs Furjes, membro ungherese del Comitato olimpico internazionale ha risposto ai giornalisti al termine del match dei quarti di finale perso ai punti da Anna Luka Hamori contro la pugile iperandrogina algerina Imane Khalif, ora sicura di una medaglia olimpica nella categoria -66 kg. "Noi e l'atleta non abbiamo mai preso in considerazione l'ipotesi di non combattere", ha aggiunto il dirigente ungherese.

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L'Iba ha deciso di risarcire Angela Carini

L'Iba, 'International Boxing Association', ente che gestisce il pugilato Elite (ex dilettantistico) ma non quello delle Olimpiadi, ha deciso di pagare ad Angela Carini il premio stabilito prima dei Giochi per coloro che conquistano l'oro a Parigi 2024. In una nota l'ente spiega che, per decisione del presidente Umar Kremlev, Carini verrà premiata "come se fosse diventata campionessa olimpica". Il premio consiste in 100mila dollari (netti), di cui 50mila all'azzurra, 25mila al suo allenatore e 25mila alla federazione di appartenenza e quindi alla federazione pugilistica italiana (Fpi), che però di recente ha lasciato l'Iba per confluire in un nuovo ente, 'World Boxing'. "Non riuscivo a guardarla mentre piangeva - le parole di Kremlev riferite a Carini -, e non posso rimanere indifferente a una situazione del genere. Non capisco perché uccidano il pugilato femminile. Per mantenere le condizioni di sicurezza, dovrebbero competere solo le atlete elegibili".

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"È una questione di dignità e onore per ogni donna": lo ha detto, piangendo a dirotto, Imane Khelif, dopo la vittoria ai punti per verdetto unanime nei quarti del pugilato a Parigi 2024. "Tutto il popolo arabo mi conosce da anni - ha aggiunto la pugilatrice algerina, al centro delle polemiche per i suoi livelli di testosterone -. Per anni ho fatto boxe nelle competizioni della federazione internazionale, loro sono stati ingiusti con me. Ma io ho Dio". L’atleta algerina ha continuato a piangere anche in zona mista, parlando davanti alle tv e successivamente ai media algerini. Non ha invece voluto fermarsi a parlare con i media internazionali, prendendo la via degli spogliatoi accompagnata dal suo team.

Le parole della Hamori

"Desidero augurare buona fortuna alla mia avversaria e alle altre concorrenti per le finali. Ringrazio il mio coach e la squadra ungherese, la mia famiglia e tutti quelli che mi hanno supportato”. Così Anna Luka Hamori, la pugile ungherese oggi sconfitta dall’algerina Imane Khelif, al centro delle polemiche per i livelli alti di testosterone. “Penso sia stato un buon match, sono molto orgogliosa di come ho combattuto e sono riconoscente di essere qui. È stato un buon torneo per me, questo era il mio sogno e sono molto felice”, ha aggiunto in zona mista parlando con i giornalisti. "No, non abbiamo ricevuto pressioni per non combattere". Così Balazs Furjes, membro ungherese del Comitato olimpico internazionale ha risposto ai giornalisti al termine del match dei quarti di finale perso ai punti da Anna Luka Hamori contro la pugile iperandrogina algerina Imane Khalif, ora sicura di una medaglia olimpica nella categoria -66 kg. "Noi e l'atleta non abbiamo mai preso in considerazione l'ipotesi di non combattere", ha aggiunto il dirigente ungherese.

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