Carini-Khelif, il caso che scuote le Olimpiadi: "Sul passaporto è donna"

La pugile napoletana, in un match della categoria 66 kg, dovrà vedersela contro la rivale algerina i cui test del Dna hanno evidenziato cromosomi del sesso biologico maschile
Carini-Khelif, il caso che scuote le Olimpiadi: "Sul passaporto è donna"© ANSA

In principio fu la battaglia di Caster Semenya. La vicenda dell'atleta sudafricana due volte olimpionica degli 800, tra stop e riammissioni, in un tunnel di ricorsi e prove ben più dure di quelle affrontate in pista, ha segnato un prima e un dopo sulla questione gender, che anche a distanza di anni continua a dividere. È infatti solo l'ultimo caso di una serie, quello della pugilatrice algerina, Imane Khelif, che domani affronterà l'azzurra Carini ma è già finita al centro delle polemiche perché esclusa dai mondiali causa limiti di testosterone non da donna, tranne poi essere ammessa ai Giochi in corso a Parigi.

La nota della Federpugilato

"Sul caso Carini, con prudenza e responsabilità istituzionale, sto lasciando fare al Coni. L'interlocutore che deve parlare con il Cio è il Comitato Olimpico. So che il Coni ha già avanzato apposito quesito e siamo in attesa che risponda". È quanto si legge in una nota del presidente della Federpugilato Flavio D'Ambrosi in merito al caso della pugile algerina Imane Khelif, estromessa dai Mondiali del 2023 per livello elevato di testosterone ma ammessa alle Olimpiadi. "L'atleta Carini non l'ho sentita ma non è preoccupata, deve fare il suo match e vedremo. La stampa, gli appassionati dovranno giudicare - ha aggiunto - È un caso particolare e credo che vada allineato al rispetto dei valori e delle regole della carta olimpica”.

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Il portavoce Cio: “Sul passaporto sono donne”

"Queste atlete sono idonee, sono donne sul loro passaporto. Competono da molti anni. E penso non sia utile iniziare a stigmatizzare le persone che praticano sport come questo - ha detto il portavoce del Cio Mark Adams nel corso nel briefing quotidiano in merito alle preoccupazioni odierne - Ma sono donne, hanno gareggiato a Tokyo 2020. Penso che tutti noi abbiamo la responsabilità di cercare di mitigare questa situazione e non trasformarla in una sorta di caccia alle streghe. Si tratta di atlete che hanno gareggiato nella boxe per molti anni. Sono donne nei loro passaporti”.

Gli altri casi di Parigi

Come Khelif, anche un'altra boxeur ha avuto il via libera del Cio. Si tratta della taiwanese Lin Yu-ting, che come l'algerina era stata estromessa dai mondiali 2023 perché non l'esame del Dna aveva aveva evidenziato che aveva cromosomi XY, ovvero quelli maschili. Per il Cio invece contano i livelli di testosterone. E qui a Parigi sono finite nel mirino dei sospetti anche due calciatrici dello Zambia: entrambe lasciate fuori dalla Coppa d'Africa sempre per eccesso di ormoni maschili hanno segnato 5 gol in 56' nel match contro l'Australia. Una delle due è Barbra Banda, già in passato al centro di polemiche.

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In principio fu la battaglia di Caster Semenya. La vicenda dell'atleta sudafricana due volte olimpionica degli 800, tra stop e riammissioni, in un tunnel di ricorsi e prove ben più dure di quelle affrontate in pista, ha segnato un prima e un dopo sulla questione gender, che anche a distanza di anni continua a dividere. È infatti solo l'ultimo caso di una serie, quello della pugilatrice algerina, Imane Khelif, che domani affronterà l'azzurra Carini ma è già finita al centro delle polemiche perché esclusa dai mondiali causa limiti di testosterone non da donna, tranne poi essere ammessa ai Giochi in corso a Parigi.

La nota della Federpugilato

"Sul caso Carini, con prudenza e responsabilità istituzionale, sto lasciando fare al Coni. L'interlocutore che deve parlare con il Cio è il Comitato Olimpico. So che il Coni ha già avanzato apposito quesito e siamo in attesa che risponda". È quanto si legge in una nota del presidente della Federpugilato Flavio D'Ambrosi in merito al caso della pugile algerina Imane Khelif, estromessa dai Mondiali del 2023 per livello elevato di testosterone ma ammessa alle Olimpiadi. "L'atleta Carini non l'ho sentita ma non è preoccupata, deve fare il suo match e vedremo. La stampa, gli appassionati dovranno giudicare - ha aggiunto - È un caso particolare e credo che vada allineato al rispetto dei valori e delle regole della carta olimpica”.

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