L’Italia delle meraviglie modellata da Velasco

L’oro di Parigi conclude un percorso incominciato nel 2018, costellato di trionfi ma anche di delusioni. Il ruolo di favorite stavolta non ha pesato

TORINO - Quattro mesi per costruire un oro atteso cinque anni. L’oro conquistato ai Giochi di Parigi si veste di aggettivi superlativi ed è già diventato pietra miliare della pallavolo italiana e della storia dello sport italiano. A renderlo possibile è stato l’incontro tra la voglia di sfida di Julio Velasco e la voglia di vivere una favola di un gruppo di ragazze che stanno insieme per vincere dal 2018. Qualche volta non ce l’hanno fatta. Oggi celebriamo una squadra fortissima, ma che a lungo è stata un’Italia bella e incompiuta. Le ragazze erano definite terribili, ma non riuscivano ad accendersi quando nel mirino c’era il bersaglio grosso. Eppure il talento è sempre stato tanto, quanto basta per coltivare le aspettative. Nell’ottobre del 2018 giovanissime arrivarono a sorpresa all’argento mondiale. Ci fu anche un po’ di rammarico, perché si disse che sarebbe bastato poco per prendersi il Mondiale. Sarebbe stata un’impresa sconvolgente, mentre per vincere ci vuole anche l’esperienza. Erano forti, erano belle, erano giovani. Pronte a sfidare il futuro e prenderselo come sanno fare solo i grandi campioni. In quella nazionale Paola Egonu era già la giocatrice capace di spostare gli equilibri. Così potente nella sua personalità da essere icona per tante altre storie: il coraggio dei nuovi italiani, la sensibilità di chi cerca il suo equilibrio, la voglia di essere se stessi senza compromessi. Tutte cose che ci hanno fatto discutere e che hanno reso Paola una presenza costante. I tifosi si aspettavano che tutta questa forza, e quella delle compagne, portasse l’Italia a risultati mai visti prima. Anche loro se lo aspettavano. Ma l’attesa è rimasta frustata per tanti anni. Il primo shock vero arrivò alle Olimpiadi di Tokyo. La squadra si sfaldò ai quarti contro la solita, nonché solida, Serbia. Furono lacrime, furono contrasti coltivati in silenzio mentre le altre andavano sul podio. Un corto circuito in cui tutte le azzurre hanno finito per perdere la parte migliore di sé. Sono stati anni in cui l’interruttore si accendeva solo alle volte, mentre arrivavano alcune pesanti delusioni. Dopo la finale di Parigi la capitana Anna Danesi ha dichiarato: «Alle volte ci siamo distrutte». Fino al 2023 orribile culminato con la mancata conquista del pass per le Olimpiadi. Un momento di vuoto, sgomento e impotenza che ha segnato la fine della conduzione Mazzanti. Un momento di profondo dolore per tutte le azzurre. 

La cura Velasco

Per guarire c’è voluto il medico Julio Velasco. L’obiettivo principale non era solo giocarsela con tutte ai Giochi. La prima sfida era dimostrare che dentro di sé quel gruppo aveva una miniera di talento da riportare in superficie, da far tornare a splendere. Il ct argentino ha scelto le priorità da affrontare, ha capito emozioni e aspettative, soprattutto ha ridato consapevolezza a tutte delle forza che avevano dentro. Myriam Sylla lo ha raccontato dopo la finale: «Julio ci ha aiutato tirare fuori quello che avevamo dentro, ci ha insegnato ad andare in campo con la certezza di essere forti». Velasco ha fatto scelte, ha spiegato che non c’è bisogno di essere amiche a tutti i costi, ma che si va in campo per dare tutto. «Qui e ora, il resto non conta» è stato il suo mantra. Le ragazze hanno capito al volo e già in Volley Nations League erano le più forti. Hanno incominciato a sentirla quella forza che avevano dentro e che le univa. Il pass olimpico, la vittoria in VNL, il primo posto nel ranking mondiale sono state la logica conseguenza di questo percorso. L’ultimo passo è stato salire sul gradino più alto del podio olimpico e chiudere i conti con cinque anni fuggiti via lasciando troppo per strada. La generazione di fenomeni aveva lo sguardo della tigre, ma è stata lo zen del nuovo Velasco a catturare la preda più ambita: l’oro delle ragazze nate terribili e che ora sanno di essere più forti di tutte le avversarie. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...