Diana & Gabriele: legati da...Ibra

Bacosi ha letto i suoi libri, visto il docufilm e ha fatto tesoro della sua  filosofia. Entrambi sono tifosi del Milan e formano una coppia perfetta
Diana & Gabriele: legati da...Ibra© Getty Images

Nel nome di Ibra si può vincere un oro. Sarebbe da dire a quelli del Milan: imparate da questi due signori. I due sono Diana Bacosi e Gabriele Rossetti, tifosi del Milan dichiarati e tiratori scelti con un fucile fra le mani. Lanciate piattelli e il duo li spappolerà. A Parigi hanno eguagliato il record olimpico e quello del mondo: 149 su 150. E sono andati a prendersi l’oro nella specialità dello skeet misto, per la prima volta in programma ai Giochi. Hanno sconfitto una coppia made in Usa e valga dunque la battuta della nostra Diana cacciatrice. «Battere gli americani, in uno sport dove si spara, è sempre un’impresa». I due, con il calcio, hanno poco da spartire se non per il fatto che Gabriele ha provato a giocarlo, come per il tennis, prima di darsi allo sparo ed è sempre appassionato. Mamma Diana ha Mattia, 15 anni, figlio tifoso della Roma e non ha tardato a procurargli una maglia di Totti. Anzi, Diana è una cacciatrice di maglie: è arrivata a quella di Cristiano Ronaldo ed ha invocato quella di Ibrahimovic.

Ispirazione

Appunto Ibra è il personaggio che sta nel cuore ad entrambi. Più che un idolo, un ispiratore di contenuti. Diana ha raccontato di averlo ascoltato, letto libri della sua storia, visto un documentario e da quelli tratto ispirazione per esser sfrontata, mentalmente forte, senza la paura di sbagliare. «Mi piace la sua voglia di primeggiare ed ho imparato la filosofia del non mollare mai». Ibra ha fatto centro con questa coppia così lontana anagraficamente, lei ha 41 anni e lui 29, ma unita da un fucile, uno straordinario pedigree e da una passione indotta dagli interessi dei genitori. Il padre di Diana amava la caccia, invece Bruno Rossetti è stato bronzo olimpico a Barcellona 1992, campione del mondo, eppoi ct dei francesi. E dunque ne sono nati una Diana cacciatrice senza l’arco, ed un ragazzo che tiene il fucile «come tenessi una racchetta da tennis, ma che essendo un’arma ti impegna a un forte senso di responsabilità». Amano le sfide. Conoscono colore e sapore dell’oro, avendo vinto entrambi le gare individuali a Rio 2016. Papà Bruno, allora ct della Francia, seguì Gabriele nascosto dietro una colonna: orgoglioso del figliolo nonostante avesse sbaragliato anche i suoi atleti. Oggi c’è Rio, il cane di Gabriele, a ricordarne l’impresa, mentre Bruno se n’è andato nel 2018 e da allora il figliolo gli dedica ogni medaglia. Anche a Parigi ha alzato il dito verso l’alto. Era andato in Francia con il dubbio: «Ce la farò senza di lui?». La risposta è arrivata nella gara di coppia, dopo che Diana e Gabriele erano rimasti delusi nella gara individuale.

Freddezza

Il tiro al piattello è uno sport dove regna il fucile a canna liscia, i bersagli sono lanciati, ad uno ad uno, alla velocità di 110 km all’ora e a distanza di 4 metri e mezzo. «Servono - dice Isabella madre di Gabriele - concentrazione, freddezza, precisione ad altissimo livello». Doti non comuni che hanno contribuito a fortificare il carattere anche nei momenti difficili. Diana, a Rio 2016, era uscita vincitrice nel duello d’oro definito “la sfida delle mamme” fra lei e Chiara Cainero. Invece dopo il bronzo di Tokyo 2020 («La considero una specie di rinascita») raccontò dell’abisso in cui l’aveva infilata la depressione, persi 30 kg, neppur voglia di alzarsi alla mattina. Ci vollero la bravura di Andrea Benelli, ct del tiro, e degli specialisti a cui chiese aiuto per ritrovarsi. Un incidente d’auto, mentre accompagnava il figlio a scuola, ed altre storie affettive le avevano complicato la vita.
Eppure questo antico sport, nato dall’idea del “Around the clock” in cui il tiratore sparava al bersaglio dalle 12 posizioni corrispondenti alle ore sul quadrante di un orologio, è stato una ragion di vita per Gabriele e Diana. Lei umbra di Città della Pieve ma con residenza a Cetona, prima di spostarsi a Roma dal 2005 come caporal maggiore scelto dell’Esercito. Lui idolo di Ponte Buggianese, nato a Firenze, perfezionista e determinato, inserito nelle Fiamme Oro che, a Rio, vinse una gara da cuori saldi. Storie di vita raccontate sulla via umbro-tosco-laziale. Una signora e un ragazzo grondanti medaglie e che puntano a Los Angeles 2028. Diana unica donna azzurra nell’aver conquistato tre medaglie in tre edizioni consecutive nel tiro a volo. E, a Parigi, una influenza l’ha debilitata nella prova individuale. Ma il 5 agosto la coppia è entrata in una bolla in quel di Chateauroux. Si sono detti: «Divertiamoci». Si sono divertiti. Chissà se Ibra li invidia un po’.

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