Pallanuoto, Settebello derubato alle Olimpiadi. Ma non dell’onore

Gli azzurri di Campagna si arrendono solamente ai rigori contro l'Ungheria. Brucia la discussa espulsione di Condemi, decisione dell'arbitro che ha condizionato l'intero match
Pallanuoto, Settebello derubato alle Olimpiadi. Ma non dell’onore© Getty Images

L’ingiustizia brucia e non basterebbe tutta l’acqua della piscina per spegnerla. D’altronde non è bastato tutto il pubblico della Défense Arena, che ha fischiato e ululato quando sul maxischermo hanno riproposto l’azione incriminata. Italia-Ungheria è finita male per il Settebello: usciamo dai Giochi anche e soprattutto a causa di una delle più clamorose farse arbitrali delle Olimpiadi. E così fa davvero male, perché non bisogna essere esperti per capire come la decisione degli arbitri (un rumeno e un montenegrino) sia stata palesemente sbagliata. A metà del secondo quarto, il nostro Condemi tira e segna il gol del 3-3, è un gol molto bello, ma il braccio con cui l’azzurro ha scagliato il pallone in rete finisce la sua corsa naturale colpendo un avversario e gli arbitri, verificando l’azione al Var, interpretano il gesto, normalissimo, come un fallo violento. Quindi annullano il gol, danno un rigore all’Ungheria e decretano l’espulsione di Condemi per quattro minuti (un’eternità nella pallanuoto). Dal potenziale 3-3 ci ritroviamo sul 4-2 per gli altri e con un uomo forte fuori.

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Il ct Sandro Campagna passa in sequenza dall’incredulità alla furia. Le tribune intorno alla piscina, che rivedono le immagini dell’azione, rumoreggiano e non si tratta solo di tifosi italiani, perché per la grande maggioranza è un pubblico internazionale davanti al quale viene commesso un errore da record del mondo. Brucia, brucia tanto. Ma la reazione della nazionale italiana è lenitiva. Perché perdere la testa e mandare tutto in vacca sarebbe stata una reazione umana e comprensibile, invece il Settebello e il suo comandante Campagna trasformano la rabbia in energia, restano in partita senza lasciarsi sopraffare dall’Ungheria. Anzi, a un certo punto vanno addirittura vantaggio, dando l’illusione di poter compiere un’impresa storica, battendo l’Ungheria e i due arbitri. Ma i tempi regolamentari finiscono sul 9-9 e i rigori ci escludono dalla semifinale. Insomma, subiamo un’altra ingiustizia e diamo un’altra lezione di sport, lottando fino alla fine per ribaltare un destino deciso per errore. No, non ci prendiamo in giro, non vale una medaglia, ma ci rende orgogliosi del Settebello che ha finito Giochi molto tribolati senza mollare. E lo sport non è solo medaglie.

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