Pagina 0 | Olimpiadi: tifare Italia, la nuova e bellissima disciplina

Modesta proposta per una nuova specialità: Tifo Olimpico Estremo. In una domenica come ieri diventa una disciplina di grande resistenza nella quale bisogna essere capaci di sopportare una violenta alternanza di tensione, gioia, commozione e sofferenza. È una specialità aerobica, perché anche stando seduti il battito cardiaco può salire come quello di un quattrocentista. E si arriva a sera sfiniti, magari felici, ma sfiniti. Chi vince? Tutti, perde solo chi non si emoziona. Ieri ci saremmo meritati un altro oro da aggiungere al medagliere italian perché è stata una domenica da impazzire.

Errani-Paolini, le ragazze d'oro

Mentre il fioretto avanzava verso la finale e dopo che Nespoli ha perso contro un sudcoreano che sembrava un replicante, è arrivato il momento di Djokovic-Alcaraz, un inno al tennis che nel finale ci ha fatto tirare fuori i kleenex, perché devi essere di pietra per non commuoverti davanti all’orgoglio per la medaglia d’oro di uno che ha vinto 24 Slam, 7 Finali, 1 Davis ed è stato per 428 settimane in testa al ranking. Djokovic ha aggiunto un motivo in più per ammirarlo e inchinarsi alla sua grandezza sportiva. Ma non c’era tempo perché la coppia Errani-Paolini doveva entrare nella storia. Ci hanno spaventati, entusiasmati ed esaltati, sono state meravigliose e hanno vinto una medaglia indimenticabile. Piccolo riassunto del tennis italiano negli ultimi otto mesi: uno Slam, la Davis, il numero uno del mondo (6 nei primi 50) e due medaglie olimpiche. Non siamo solo Sinner, siamo ormai una potenza consolidata. E Mameli urlato sul podio da Sara e Jasmine ci ha trovato senza voce persa per Greg Paltrinieri, che ha nuotato in modo fenomenale i 1500 stile, secondo solo dietro al mostro Finke.

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Ansia Tamberi, Jacobs quinto

E poi, senza tregua, la finale del fioretto a squadre dalla quale è arrivato un altro magnifico argento a ingrassare il medagliere e il nostro orgoglio, ma senza un secondo per far riposare il cuore ci siamo divisi fra l’ansia per Tamberi (in bocca al lupo Gimbo!) e la tachicardia per lo start dei 100 metri. Sì, Jacobs è arrivato quinto, ma ha corso in 9”85 ed è stato ancora protagonista di una finale, non è poco e soprattutto tappa la bocca a chi in questi anni lo ha ritenuto una meteora (o pure peggio). Jacobs è un grande atleta e l’oro di Tokyo, da ieri, è scolpito ancora più profondo nella storia del nostro sport. La fine della domenica olimpica ci sorprende sfatti, tipo fine del pranzo di Natale, ma consapevoli che anche oggi ci sarà da abbuffarci di emozioni. Viva le Olimpiadi, viva l’Italia.

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