Carini-Khelif, veleno Algeria: 'Serpente'. E l'ex pugile Oliva non ha dubbi

Continuano le polemiche internazionali dopo l'incontro alle Olimpiadi di Parigi finito con la vittoria dell'atleta algerina e il ritiro di quella italiana: il commento dello 'Sparviero'

"Il serpente di Roma. Una faccia ingiusta e parole ingiuste". Lo scrive il quotidiano algerino 'Echorouk' a proposito della pugile italiana Angela Carini dopo il caso del suo match con l'algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 20024. Nella sua edizione online, il quotidiano ha pubblicato una foto di Carini in lacrime, corredata dal commento "I serpenti, anche se morbidi al tatto, quando hanno le zanne sono feroci!". La pugile italiana viene poi definita una "maestra delle sceneggiate assurde" che, in questo modo, sostiene l'"Occidente razzista e vendicativo".

L'Algeria difende Khelif e ricorda un precedente della Carini

 Il giornale algerino ricorda poi un altro incontro di Carini, scrivendo che l'atleta italiana ha "ripetuto la stessa assurdità". "Ai Campionati Mondiali Femminili di boxe del 2022, la pugile italiana Angela Carini ha ripetuto la stessa assurdità, ma in modo diverso. Ha affermato di essere stata sconfitta ed eliminata agli ottavi di finale nella categoria under 66 kg dalla turca Businaz Surmeneli, a causa di un tappetino scivoloso che l'ha fatta cadere a terra e di essersi ferita a un piede. Tuttavia, le riprese televisive mostrano che Karini è caduta deliberatamente ed è stata quindi sconfitta ed eliminata per evitare un ko da parte di una concorrente turca più forte e più abile", ha scritto 'Echorouk'.

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Il commento dell'ex pugile Patrizio Oliva: "Mi fa tenerezza"

"Angela ha fatto un ragionamento sbagliato, la protesta andava fatta in un’altra maniera. Se sali sul ring, suona il gong e scendi è una protesta, perché ti rifiuti di combattere: così no". Così ai microfoni di Radio Ctc l’ex pugile Patrizio Oliva sul caso Carini-Khelif ai Giochi. "Non mi aspettavo che Angela si comportasse così. La protesta l’avrei fatta in un altro modo: salgo sul ring, suona il gong, alzo il braccio, vado nell’angolo e me ne vado", ha spiegato. "Così faccio capire che finché non si chiarisce questa situazione, non è giusto che io debba rischiare. Ma una volta salito sul ring, si combatte. Inoltre - ha aggiunto - stiamo facendo diventare Imane Khelif Cassius Clay: ha indubbiamente una forte muscolatura, ma tecnicamente non è di un alto livello. Io l’ho vista anche in allenamento. Una volta che sei salito sul ring non puoi scendere perché fa male. Il pugile che fa? Secondo me Angela ha fatto l’errore più grande che potesse commettere. Io ragiono così, perché nessuno mi ha imposto di fare il pugile. Più volte nella mia carriera ho dimostrato che quando tecnicamente non potevo vincere con il mio tipo di pugilato, mettevo sul ring anche la possibilità di poter perdere la vita. Non mi interessava, perché era una questione anche di dignità ed orgoglio. Ho fatto il pugile, ho fatto una scelta e la devo rispettare. Se non posso vincere con la tecnica devo vincere in un’altra maniera. Questo è il ragionamento di un pugile". "In questo momento l’unica persona che mi fa tenerezza è proprio l’algerina, perché è stata sbattuta su tutti i giornali. Chi la chiama trans, chi la chiama gay, chi la chiama uomo. Ci sono degli organi preposti per decidere queste cose, non è giusto mettersi in mezzo", ha concluso Oliva.

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Caso Khelif, parola al Cio

Il caso Khelif, il giorno dopo il match con Angela Carini, tiene banco anche durante il quotidiano briefing del Cio riservato ai media. Mark Adams, portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, ribadisce: "Abbiamo già spiegato il nostro punto di vista, nessuno nella comunità degli atleti o scientifica sarebbe mai d'accordo con i test di genere, che non si realizzano dal 1999. Ho parlato con alcuni atleti che si sono sottoposti a questi tipi di test, non è stata una cosa piacevole e fortunatamente ce li siamo lasciati alle spalle. Tutti vogliono una soluzione chiara e semplice ma non è tutto bianco o nero, siamo però pronti ad ascoltare eventuali soluzioni che possono proporre le varie parti". Le regole di ammissibilità "sono in vigore dal 2016 e sono state giàapplicate ai Giochi di Tokyo" e non sono basate sui test per i livelli di testosterone "che sono percepiti come una panacea ma non è così". "Non possiamo agire in base a sospetti. L'ammissibilità è decisa sulla base del passaporto, del documento nazionale e lì - il riferimento di Adams alla Khelif - compare che è una donna, è una pugile algerina nata donna, registrata come donna, che ha vissuto come donna. Non è una transgender".

Le differenze tra Iba e Cio

La squalifica in occasione dei Mondiali di marzo 2023 decisa dall'Iba "è stata basata su una decisione arbitraria. Non sappiamo quali siano stati i test effettuati, se fossero accurati, se abbiano rispettato il protocollo, ma per noi è importante sapere che questa donna pugile ha gareggiato per diversi anni con diversi opponenti e negli ultimi anni ha lottato anche contro tre pugili italiane. Se ci basiamo sui sospetti allora torniamo ai test di genere, se dovessimo seguire tutte le accuse ci ritroveremmo in una caccia alle streghe inutile". Auspicando che il pugilato torni a una situazione di normalità dal punto di vista delle gestione da parte della Federazione internazionale - a Parigi è sotto l'egida del Cio dopo la sospensione dell'Ibra - Adams aggiunge che il Comitato Olimpico Internazionale "cerca sempre di garantire allo stesso tempo inclusività e giustizia. Non è facile, ma teniamo molto alla sicurezza degli atleti,è la nostra preoccupazione numero uno". Nessun giudizio però sull'incontro di ieri fra Carini e Khelif, "è durato troppo poco".

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"Il serpente di Roma. Una faccia ingiusta e parole ingiuste". Lo scrive il quotidiano algerino 'Echorouk' a proposito della pugile italiana Angela Carini dopo il caso del suo match con l'algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 20024. Nella sua edizione online, il quotidiano ha pubblicato una foto di Carini in lacrime, corredata dal commento "I serpenti, anche se morbidi al tatto, quando hanno le zanne sono feroci!". La pugile italiana viene poi definita una "maestra delle sceneggiate assurde" che, in questo modo, sostiene l'"Occidente razzista e vendicativo".

L'Algeria difende Khelif e ricorda un precedente della Carini

 Il giornale algerino ricorda poi un altro incontro di Carini, scrivendo che l'atleta italiana ha "ripetuto la stessa assurdità". "Ai Campionati Mondiali Femminili di boxe del 2022, la pugile italiana Angela Carini ha ripetuto la stessa assurdità, ma in modo diverso. Ha affermato di essere stata sconfitta ed eliminata agli ottavi di finale nella categoria under 66 kg dalla turca Businaz Surmeneli, a causa di un tappetino scivoloso che l'ha fatta cadere a terra e di essersi ferita a un piede. Tuttavia, le riprese televisive mostrano che Karini è caduta deliberatamente ed è stata quindi sconfitta ed eliminata per evitare un ko da parte di una concorrente turca più forte e più abile", ha scritto 'Echorouk'.

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