Olimpiadi, si nuota! Vincono la Senna e Macron

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Olimpiadi, si nuota! Vincono la Senna e Macron© Getty Images

Ha vinto la Senna. Ineludibile protagonista di questa Olimpiade, studiata per nome e per conto dell’austero corso d’acqua. Gli audaci ragazzi e ragazze del triathlon hanno celebrato il successo di sua Maestà che torna balneabile (forse) anche per i parigini, dopo un gigantesco impegno economico di 1,4 miliardi per la depurazione. Depurata o no? Gli atleti si sono partiti con il dubbio. Racconta Verena Steinhauser, 39enne altoatesina alla seconda Olimpiade: «Mi sono buttata, poi se stanotte o nei prossimi giorni mi ritroverò con qualche problema, o qualche malanno...». Verena e altre 55 concorrenti si sono tuffate alle 8 del mattino, mentre i maschi sono comparsi alle 10,45: meraviglioso colpo d’occhio sulla passerella sotto il ponte Alexandre III. C’è da capire l’esultanza di Macron che ha fatto sapere: «In quattro anni siamo riusciti in quello che non era riuscito in cento».
Ieri mattina Parigi si è svegliata sotto un cielo nuvoloso condito da pioggerellina, ultimo rivolo di acqua notturna. Ma la “rive gauche” e la “rive droite” pullulavano di gente, entusiasta e tifosa. «Questo è stato il bello della gara - racconta ancora la nostra atleta -. Tanta gente intorno a noi, nelle corse in bici e nel mezzofondo. Finalmente un bagno anche nella folla dopo i silenzi di Tokyo». Questa forse la bella notizia per atleti non certo seguiti da tifo oceanico. E faceva contrasto in Avenue de Montaigne, la via delle grandi firme della moda tutta assiepata, negozianti compresi, vedere ragazzi e ragazze correre vestiti di un solo costume monocolore.

La decisione e le gare

La decisione che la Senna poteva essere frequentata dai nuotatori è stata presa alle 4 del mattino, dopo l’ultimo controllo su valori di Escherichia Coli indicati dai regolamenti. In realtà il sistema usato a Parigi permette controlli con valenza nelle 24 ore precedenti. Quindi non è certo che ieri fosse tutto “sotto controllo”. E così capiterà per le gare del fondo. Certo non è normale che atleti, impegnati tre anni per questo appuntamento, debbano far la veglia per sapere se gareggiare o no. Magari con tanto di rinvio, com’è capitato ai maschi.

Ma, al di là, di questi motivi anche etici, ha esultato la sindaco Anne Hidalgo, hanno esultato i francesi quando la beniamina Cassandre Beaugrand è passata davanti a tutti sul traguardo. Sesta medaglia d’oro per la nazione e gran sventolare di cuori per la Grandeur nazionale. Beaugrand davanti alla svizzera Derron e alla britannica Beth Potter.
Italia nostra, tra uomini e donne, ha dimostrato che la Senna in fondo è un fiume amico. Seconda Bianca Seregni nella gara femminile. Primo Alessio Crociani in quella maschile. Terribile la corrente, alla quale i nuotatori del triathlon non sono abituati, navigando in acque più calme: «Il percorso è più sopportabile, soprattutto stando vicino alle barche. Ma il ritorno in mezzo al fiume è da grande fatica» spiega Crociani. «Pareva di nuotare contro un muro» ha detto la Steinausher, scricciolo di donna, finita 39a in gara. La forza della corrente valeva un metro al secondo: bisognava sbracciare forte. Però l’Italia ha mostrato la sua forza. Bianca Seregni poi si è persa nei 40 km del percorso ciclistico, dove ci sono state tante cadute per il pavè sdrucciolevole, e nei 10 km del mezzofondo: è finita 22esima.

Meglio di lei mamma Alice Betto, 16° posto. Alessio Crociani, 22enne di Rimini arrivato allo sport con il nuoto, non a caso è stato primo nella Senna: salvo retrocedere dopo la corsa di gruppo nel ciclismo. Sul finire la caduta di un concorrente gli a fatto perdere terreno, non più recuperato: 30° posto. Meglio Gianluca Pozzani, ingegnere che non a caso sa gestire tempi e forze con precisione: 14° al traguardo. Posizione che lo porta nella hit della specialità.
Successo dell’inglese Adam Yee che, con rush finale, ha superato il neozelandese Hayden Wilde. Yee e Wilde primo e se- condo, furono secondo e terzo a Tokyo. Dando un occhio ai loro tempi del mezzofondo, se corressero in Italia resterebbero dietro solo a Yeman Crippa. Non male.

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