© Getty ImagesC’è qualcosa nella mente di un atleta che lo rende un po’ meno simile ai comuni mortali e un po’ più affine agli epici concorrenti dei Giochi dell’antica Olimpia. Il culto della perfezione, l’ossessione del risultato. Il rifiuto di accettare i limiti fisici dell’età o di un infortunio. Ad avallare il sospetto è per ultimo il giocatore di hockey su prato Matt Dawson, australiano classe 1994, che pur di non rinunciare a Parigi ha scelto di farsi amputare la falange dell’anulare destro. Era l’unica soluzione che gli avrebbe garantito di unirsi in tempo alla spedizione olimpica del suo Paese.
Cosa è successo
“Non ho avuto molto tempo per decidere. Mia moglie mi ha detto di non prendere una decisione affrettata, ma credo di aver avuto tutte le informazioni necessarie non solo per giocare a Parigi, ma anche per la vita successiva e per garantirmi la migliore salute possibile". Questo le parole di Dawson, che all’emittente locale Seven Network ha raccontato dell’infortunio che gli ha procurato la frattura dell’anulare della mano destra, costringendolo a sottoporsi alla riabilitazione e a rinunciare dunque alle Olimpiadi, o in alternativa a sacrificare la falange del dito. L’australiano argento a Pechino 2020 ha così optato per l’amputazione. Queste invece le dichiarazioni del coach Colin Batch: “Non è una cosa che un allenatore può decidere per un giocatore. Complimenti a Matt, si è impegnato davvero a fondo per giocare a Parigi. Non sono sicuro che io l'avrei fatto lo stesso". I Giochi avranno inizio venerdì 26 luglio, con la cerimonia di apertura che si terrà su un percorso itinerante di 6 chilometri lungo la Senna.