Alex Schwazer non sarà a Tokyo 2020. Il Tribunale Federale svizzero non ha infatti concesso la sospensione della squalifica di otto anni che avrebbe permesso al marciatore di tentare la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo.
Le parole di Schwazer
"Non c'è nessun tipo di rabbia o frustrazione da parte mia sulla decisione del tribunale svizzero che non mi ha concesso la sospensione temporanea della mia squalifica". In una dichiarazione data all'ANSA attraverso la sua manager Giulia Mancini, Alex Schwazer racconta il suo stato d'animo. "Avevamo solo questa possibilità visti tempi stretti e non ho nessun tipo di rimpianto. Dopo l'assoluzione a livello penale ho dato tutto quello che potevo dare in allenamento negli ultimi mesi, pur sapendo che sarebbe stato difficile che venisse sospesa la mia squalifica. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto" conclude il marciatore.
Le motivazioni della sentenza
La sentenza è datata 11 maggio ed è firmata dal giudice Kiss. Secondo quanto si legge nel dispositivo "di regola e per costante prassi nelle controversie come quelle in esame l'effetto sospensivo o altre misure cautelari entrano in considerazione soltanto se, sulla base di un esame sommario dell'incarto, il rimedio di diritto pare molto verosimilmente fondato" mentre "nel caso concreto tale presupposto non è adempiuto". A questo punto per il campione olimpico di Pechino 2008 si chiudono le porte delle Olimpiadi di Tokyo.
Il legale: “Tutti contro di lui”
"È davvero un peccato perché Alex era in una forma eccellente", commenta il suo legale Gerhard Brandstaetter. "Alex ormai ha 36 anni e in questi anni si è fatto le ossa. Si è definitivamente reso conto che esiste un mondo chiuso che è compatto contro di lui". Brandstaetter si è detto amareggiato da Tas, Wada e World Atletics che "dovrebbero essere super partes".